Maggiorazione Ires ridotta grazie al reddito presunto

La base imponibile della maggiorazione Ires può essere ridotta delle eventuali agevolazioni fiscali spettanti solo se essa è costituita dal reddito minimo presunto e non dal reddito effettivo. E quanto chiarito dalla circolare dell'Agenzia delle entrate numero 3/e del 04 marzo 2013 (si veda ItaliaOggi del 5 marzo) concernente la maggiorazione Ires per le società non operative di cui all'articolo 2, commi da 36-quinquies a 36-novies, del dl 13 agosto 2011, n. 138, che ha introdotto per le società di capitali e i soggetti assimilati che sono considerabili come non operative la maggiorazione di 10,5 punti percentuali dell'aliquota ordinaria dell'imposta sul reddito delle società. Il problema chiarito dalla circolare è relativo al calcolo della base imponibile a cui applicare la maggiorazione Ires che normalmente è il reddito imponibile del periodo d'imposta in cui il soggetto interessato risulta «di comodo». Tale base imponibile può essere costituita: a) dal reddito minimo presunto, b) dal reddito «ordinariamente» determinato nel caso in cui sia maggiore del reddito minimo presunto. Nel caso si applichi questo ultimo fattore ai fini della determinazione della base imponibile su cui applicare la maggiorazione Ires, il contribuente potrà/dovrà tener conto delle perdite concernenti i periodi d'imposta precedenti, ferme restando le modalità e i limiti al loro utilizzo individuati dall'articolo 84 del Tuir e dall'articolo 30, comma 3, ultimo periodo, della legge n. 724del 1994; tale impostazione è coerente, peraltro a quanto chiarito con la circolare n. 25/E del 19 giugno 2012, paragrafo 6.1. Occorre prestare attenzione poiché qualora la base imponibile della maggiorazione Ires sia costituita dal reddito minimo presunto ai sensi dell'articolo 30, comma 3, della legge n. 724 del 1994, questo dovrà essere determinato riducendolo delle eventuali agevolazioni fiscali spettanti qualsiasi esse siano.