Inizia il countdown per la soppressione di oltre 600 uffici del giudice di pace. Gli enti locali hanno tempo fino al 29 aprile 2013 per salvare le sedi a rischio chiusura accollandosene tutti gli oneri. Il ministero della giustizia ha infatti pubblicato sul Bollettino Ufficiale n. 4 del 28 febbraio scorso e sul proprio sito internet le tabelle degli uffici soppressi, come previsto dall'art. 3, comma 1 del dlgs n. 156/2012. Il comma 2 dà invece 60 giorni di tempo agli enti interessati, anche consorziati tra loro, per richiedere il mantenimento degli uffici facendosi integralmente carico delle spese di funzionamento e di erogazione del servizio giustizia nelle relative sedi, nonché del fabbisogno del personale. In base alle istruzioni ministeriali, l'ente amministrativo interessato dovrà presentare, entro il 29 aprile, formale istanza idonea all'assunzione, con carattere vincolante, degli oneri relativi al mantenimento della sede dell'ufficio del giudice di pace. In particolare, gli enti dovranno esplicitamente assumere gli impegni relativi alle spese, al personale amministrativo e all'erogazione del servizio giustizia. La richiesta di mantenimento del presidio dovrà essere formulata tenendo conto di una serie di indicazioni fornite dal ministero riguardo: gli oneri economici, la pianta organica, l'individuazione e l'utilizzazione del personale. Per quanto riguarda la pianta organica, deve essere coperta con personale dell'ente locale appartenente a profili professionali equipollenti a quelli previsti per l'amministrazione giudiziaria e, in ogni caso, idonei a consentire l'erogazione del servizio giustizia. A questi fini l'ente richiedente dovrà tener conto dell'attuale dotazione organica del personale amministrativo dell'ufficio soppresso, da intendersi come dotazione organica minimale, sia per consistenza numerica sia per tipologia di figure professionali che dovranno poter svolgere le attività rimesse alla competenza del funzionario giudiziario, del cancelliere, dell'assistente giudiziario e dell'operatore giudiziario. Duro il commento dell'Organismo unitario dell'avvocatura. Secondo Filippo Marciante, vicepresidente Oua, «se si vuole ridurre la spesa pubblica e si ritiene che questi uffici siano inutili, non si capisce perché si preveda, invece, la possibilità di una loro sopravvivenza a carico dei comuni». Mentre a parere del presidente di Anai, Maurizio de Tilla, «il ministero della giustizia ignora volutamente che la legge sulla revisione della geografia giudiziaria è illegittima, tanto è vero che fino a oggi sono ben sei le ordinanze dei tribunali di rimessione alla Consulta».