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Contribuenti: i garanti promuovono le verifiche

del 20/02/2013
di: di Valerio Stroppa
Contribuenti: i garanti promuovono le verifiche
I ritardi nell'erogazione dei rimborsi tributari alimentano la conflittualità tra contribuenti e fisco, «determinando un clima di sfiducia oltre a un deterioramento dell'immagine e della credibilità dell'amministrazione finanziaria». Semaforo verde, invece, per le verifiche: nel 2011 in quasi tutta Italia non si sono registrate «particolari situazioni lesive o dannose per aziende e contribuenti circa le modalità degli accessi effettuati dalla Gdf o dai funzionari dell'Agenzia delle entrate». È quanto emerge dalla relazione annuale sull'attività svolta dai garanti del contribuente, istituiti presso le direzioni regionali delle Entrate. Lo studio è stato trasmesso nei giorni scorsi al parlamento come previsto dall'articolo 13 della legge n. 212/2000. Oltre a fare il punto sull'attività, che ha visto nel 2011 il superamento di quota 50 mila segnalazioni trattate negli anni (si veda tabella in pagina), la relazione riporta all'attenzione della politica anche le principali problematiche aperte sul corretto funzionamento del garante. Da quando la legge n. 183/2011 ha trasformato l'organo da collegiale a monocratico, infatti, i garanti di tutta Italia hanno più volte evidenziato notevoli difficoltà nel far fronte ai propri compiti. Anche a causa di risorse strumentali e di personale spesso carenti: il garante della Puglia, per esempio, afferma di essere «privo di tutto, tranne pochi oggetti di cancelleria». Tra le altre proposte viene chiesto di riorganizzare gli uffici del garante del contribuente concentrando le funzioni organizzative e di supporto, oggi in capo alle Entrate, presso il Dipartimento delle finanze. Una richiesta che però, secondo il ministro dell'economia Vittorio Grilli, «appare distonica rispetto alla tradizione e alla maggior attitudine della struttura organizzativa dell'Agenzia». Bocciata dal Mef pure l'ipotesi di dotare i garanti di un potere di sospensione in autotutela dei termini per il ricorso, in quanto «suscettibile di determinare impatti negativi anche solo sulla tempistica della definizione dei rapporti tributari».

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