L'aumento del 30% da quest'anno e di un ulteriore 15% dal 2014 delle tasse di ancoraggio e delle tasse sull'imbarco e sbarco delle merci nei porti rischia di far allontanare dal nostro Paese i grandi gruppi armatoriali internazionali. È l'allarme lanciato da Confetra-Confederazione generale italiana dei trasporti e della logistica dopo che il decreto interministeriale 24/12/2012 (in G.U. n. 4 del 5/1/2013) ha adeguato gli importi dei tributi portuali che erano fermi dal 1993. Per una media nave da 8 mila container di circa 100 mila tonnellate di stazza la tassa di ancoraggio mensile passa da 72 mila a 93 mila euro nel 2013 e a 104 mila euro nel 2014. La tassa annuale, da sottoscrivere con abbonamento, passa da 158 mila a 204 mila euro nel 2013 e a 228 mila euro nel 2014. Per le portacontainer in servizio di transhipment di traffico internazionale, la tassa per ogni singolo scalo passa da 13 mila a 17 mila euro nel 2013 e a 19 mila euro nel 2014. Complessivamente per i porti si può stimare un maggior gettito di 60 milioni di euro. Le Autorità portuali potranno diminuire fino ad azzerare l'importo delle tasse. Sinora l'hanno fatto solo Taranto e Gioia Tauro.