
Fra i parlamentari addetti ai lavori, invece, circola da qualche tempo la denominazione di «riforma Torrisi», con o senza la specificazione «del condominio». Il riferimento è a Salvatore Torrisi, deputato del Pdl, cui è toccato il non facile compito di fungere da relatore del provvedimento a Montecitorio, seguendolo in comitato ristretto, in commissione e in aula. L'indicazione al relatore della camera è motivata dal fatto che il testo originale del senato è stato travolto dai deputati, i quali di fatto l'hanno riscritto. Non può, quindi, farsi riferimento agli originari proponenti di progetti di legge per rivedere le norme condominiali, troppi essendo i testi e troppo incisive le modifiche del testo finale. Non si può far riferimento al relatore di palazzo Madama, proprio perché la scrittura senatoriale è stata rivista in larga misura alla camera. Dunque, ben può dirsi che eponimo della riforma del condominio sia il deputato che maggiormente ha mediato, rivisto, steso e risteso i nuovi articoli del codice civile, anche affrontando le pressioni provenienti dal senato perché non tagliasse troppo del lavoro svolto a palazzo Madama. Ecco perché «riforma Torrisi (del condominio)» pare denominazione corretta, oltre che già in uso.
Giovanni Galli