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L'azienda in crisi si cura

del 19/02/2010
di: di Gabriele Ventura
L'azienda in crisi si cura
Dottori commercialisti in prima linea per il risanamento delle imprese in crisi. Un documento della commissione «consulenza direzionale» del Consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili, dal titolo «Ruolo e supporto del dottore commercialista e dell'esperto contabile come consulente di direzione nei momenti di crisi dell'impresa», passa infatti in rassegna le diverse fattispecie di crisi aziendale, con l'obiettivo di dare supporto al professionista nella fase di valutazione e risoluzione dei problemi, sottolineandone il ruolo chiave.

Perché all'azienda in difficoltà occorre, secondo il documento, un esperto che sappia valutare se l'organizzazione attraversi una fase di semplice squilibrio o una crisi strutturale più profonda, generata o accentuata da variabili imprevedibili connesse alle dinamiche della crisi economica generale. Il documento rappresenta un primo elaborato di carattere generale, cui ne seguiranno altri dedicati all'analisi aziendalistica della crisi e del risanamento delle diverse e specifiche tipologie dimensionali e societarie. «Squilibrio e crisi», si legge, «possono essere due stati aziendali distinti e separati o, nel peggiore dei casi, fasi che si succedono: spesso uno squilibrio sfocia in una crisi a causa di una analisi poco lungimirante della situazione aziendale, e soprattutto di decisioni e azioni inopportune rispetto alle situazioni concrete da affrontare». Compito del professionista è quindi quello di analizzare obiettivamente il reale «stato di salute» dell'impresa, comprendere il suo posizionamento e capire se ci si trovi di fronte a uno squilibrio momentaneo o a una crisi più profonda, e identificare le principali azioni da compiere per riportare sul giusto percorso l'azienda assistita. «Nei processi di declino e di crisi», spiega la Commissione, «vanno individuati e analizzati i fattori interni ed esterni, attraverso un'attività di ricognizione e una elaborazione di un piano di risanamento, redatto e attuato secondo specifici e determinati criteri e modalità da adeguare caso per caso, al fine di pervenire al risanamento dell'azienda e, nel peggiore dei casi, alla preparazione della stessa ad avviare le procedure previste dalla legge fallimentare, incrementando le possibilità di uscita “in bonis”, sempre tenendo conto che, per le aziende che hanno la capacità di rinnovarsi e investire, i periodi di crisi possono anche rappresentare, un occasione di individuare nuove fonti di ricavo, di creare nuovi posti di lavoro e quindi di generare nuova ricchezza». Il documento, fra le altre cose, passa in rassegna i fattori influenti nel processo di declino e crisi, il processo di redazione del piano di risanamento, le aree critiche della gestione e la gestione della crisi e le attività di controllo, soffermandosi sulla gestione della crisi da inefficienza.

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