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Cerificati di malattia: meglio visitare i pazienti

del 08/11/2012
di: di Antonio G. Paladino
Cerificati di malattia: meglio visitare i pazienti
Rischia il danno erariale il medico curante che sottoscrive certificati di malattia senza accertare la patologia dei propri assistiti. Infatti, nella sua attività, egli deve porre la massima attenzione nel compilare i certificati dei propri pazienti, con particolare riguardo ai lavoratori dipendenti pubblici. In particolar modo quando le patologie sono ricorrenti, il medico non può fondare la propria certificazione sulle semplici dichiarazioni dei propri pazienti, ma deve abbinarla ad esami strumentali che avvalorino i sintomi dichiarati. In caso contrario, non può che rimarcarsi una grave negligenza nello svolgimento dell'attività medica.

È quanto ha sancito la sezione giurisdizionale della Corte dei conti Toscana, nel testo della recente sentenza n. 479/2012 che ha condannato un medico di base «colpevole» di aver stilato numerose certificazioni mediche nei confronti di un proprio paziente, dipendente pubblico, il quale li ha successivamente utilizzate per evitare di andare al lavoro e dedicarsi alla piena attività di «bomber» in una squadra di calcio militante in Lega Dilettanti.

Posto che il comportamento doloso del dipendente è stato accertato come foriero di danno erariale, pari alle retribuzioni percepite durante il «falso» periodo di malattia, oltre alla rifusione del danno all'immagine per l'eco che la vicenda ha avuto sui mezzi d'informazione, il collegio toscano ha altresì stigmatizzato la condotta del medico curante che, di fatto, ha agevolato la commissione dell'illecito. Condotta che ha portato alla conclusione di dover rifondere l'erario, ancorché in via sussidiaria, per oltre 10 mila euro di danno.

Nel caso in esame, ha sottolineato il collegio, si è in presenza di 39 certificazioni di malattia che il medico ha stilato a favore del soggetto convenuto. Certificazioni che, essendo fondate spesso sulle semplici dichiarazioni dello stesso, evidenziano «una grave negligenza nello svolgimento dell'attività medica». La negligenza del medico, quindi, ha portato il dipendente/calciatore a potersi assentare (formalmente in maniera ineccepibile) dal servizio con grave danno per l'Erario. Infatti, una condotta più attenta avrebbe portato il medico ad abbinare le certificazioni delle patologie ad esami strumentali che avrebbero potuto avvalorare o meno, sul piano oggettivo, i sintomi dichiarati dal proprio paziente e non, invece, a fondarle su semplici dati soggettivi.

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