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Non rischia la condanna l'agente che chiude un occhio

del 03/11/2012
di: Stefano Manzelli
Non rischia la condanna l'agente che chiude un occhio
L'agente di polizia municipale che chiude un occhio con le auto in sosta può dormire sonni tranquilli. Non rischia infatti la condanna per omissione d'atti d'ufficio il vigile che trascura il blocchetto delle multe per dedicarsi ad altri compiti. Lo ha messo nero su bianco la Corte di cassazione, sez. IV pen., con la sentenza n. 42501 del 31 ottobre 2012. Una vigilessa siciliana è stata denunciata per aver trascurato di elevare multe per divieto di sosta e per questo il tribunale di Palermo ha ritenuto di applicare la pesante sanzione prevista dall'art. 328 del codice penale. Di contrario avviso la Cassazione che ha liberato l'agente da ogni responsabilità penale. I verbali per divieto di sosta non rientrano tra le categorie di atti che integrano il reato di omissione d'atti d'ufficio. In buona sostanza le multe non sono atti indilazionabili connessi a ragioni di giustizia, sicurezza pubblica, ordine o igiene e sanità. Per questo motivo l'agente municipale che presta disattenzione ai veicoli in divieto non commette necessariamente un reato. Perlomeno se sta occupandosi di altre questioni prioritarie e può facilmente dimostrare la sua occupazione.

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