Quote rosa anche nei consigli di amministrazione e nei collegi di revisione delle partecipate pubbliche. Anche le società controllate dalla p.a. dovranno garantire al gentil sesso almeno un terzo dei posti negli organi direttivi (un quinto in sede di prima applicazione). A estendere alla galassia pubblica il principio già previsto dalla legge sulle quote rosa (legge n. 120/2011) è uno schema di decreto del presidente della repubblica che sarà esaminato oggi in preconsiglio dei ministri. Sul rispetto delle norme vigilerà il ministero delle pari opportunità che dovrà relazionare ogni tre anni al parlamento. A questo scopo le società dovranno comunicare a palazzo Chigi la composizione degli organi sociali entro 15 giorni dalla nomina o dalla sostituzione qualora la composizione dell'organo si modifichi in corso di mandato. Gli organi sociali dovranno comunicare situazioni non conformi ai principi della legge e la stessa cosa potrà fare chiunque abbia interesse. In questo modo, chiarisce la relazione di accompagnamento al decreto, si realizza un «controllo diffuso» sull'applicazione della parità tra i sessi. In caso di violazione delle quote rosa, dal ministero delle pari opportunità partirà la diffida a ripristinare l'equilibrio entro 60 giorni. In caso di inottemperanza, il ministero fisserà un nuovo termine con l'avvertimento che, ove la società non provveda, scatterà la decadenza degli organi sociali.
Il termine di 60 giorni, spiega la relazione, «è considerato un termine minimo ma congruo» per provvedere pur essendo inferiore a quello previsto per le società quotate. Una differenza di trattamento giustificata dalla «minore complessità delle procedure previste per la nomina degli organi sociali e dall'assenza di una normativa speciale in materia».
Le quote rosa dovranno essere rispettate anche nella formazione delle liste elettorali a meno che queste presentino un numero di candidati inferiore a tre. L'obbligo di presenza di almeno un terzo del genere meno rappresentato negli organi di amministrazione e controllo sarà efficace dal primo rinnovo successivo all'entrata in vigore del regolamento e per tre mandati consecutivi. Per assicurare un'applicazione graduale delle quote rosa, il dpr prevede che, in analogia con quanto previsto per le società quotate, per il primo mandato, il tetto minimo di posti riservati alle donne sia pari ad almeno un quinto degli amministratori e dei sindaci eletti.