
Sull'altro tema caldo che da sempre anima i rapporti tra comuni e Mef,ossia una rimodulazione degli obiettivi del patto di stabilità che consenta ai sindaci di escludere dai vincoli alcune voci specifiche (per esempio le spese finanziate con i fondi Ue), Grilli è stato più tiepido. «I margini di manovra sono strettissimi», ha detto. Ma ferma restando questa premessa, «occorre distinguere tra spese correnti e spese per investimenti, due voci che non possono essere poste sullo stesso piano». Un distinguo da sempre chiesto dai sindaci e per questo molto apprezzato dall'Anci. Al pari di quello tra comuni virtuosi e non su cui il ministro dell'economia ha speso parole di rassicurazione. Parole che sono bastate a riconquistare la platea dei sindaci inizialmente piuttosto fredda dopo l'avvio di mercoledì con il premier Mario Monti. Il presidente dell'Anci, Graziano Delrio, si gode il risultato. E manda al governo un'attestazione di stima: «ha restituito credibilità al paese grazie a un'autorevolezza sconosciuta ai precedenti governi». Delrio ha apprezzato l'impegno del ministro sull'Imu a cominciare dall'esplicita previsione che una quota di imposta dovrà essere devoluta ad alimentare il fondo perequativo con l'obiettivo di compensare le differenze di gettito tra territori. E fa qualche esempio: «se l'Imu fosse al 100% comunale Padova incasserebbe 40 milioni di euro in più, ma non tutti i comuni possono godere di questi cespiti. Basta che in un comune ci sia una centrale, una fabbrica, un consistente numero di seconde case per far sballare i conti. Questi attuali effetti distorsivi vanno attenuati».
Sul Patto, in attesa che arrivino regole più morbide per le città metropolitane e per le spese di protezione civile, Delrio ha chiesto a Grilli che vengano esentati dal Patto i piccoli comuni (dal 2013 tutti i municipi saranno soggetti ai vincoli di bilancio) impegnati a realizzare fusioni o unioni.
Infine, la spending review. I comuni si godono il risultato raggiunto con il decreto legge salva-enti (dl 174/2012) che ha sterilizzato il taglio di 500 milioni per il 2012 obbligando i sindaci a reinvestire nella riduzione dell'indebitamento gli importi decurtati. Ma il problema si porrà anche nel 2013 quando il sacrificio previsto sarà ben maggiore: 2,5 miliardi. L'Anci vorrebbe che il meccanismo venisse esteso anche all'anno prossimo e chiede che anche nel 2013 vengano presi come parametri di riduzione della spesa non i consumi intermedi ma i fabbisogni standard.