Considerare il paesaggio come una infrastruttura e le spese per la sua manutenzione libere dai vincoli del patto di stabilità. Contro i pericoli e i danni provocati dal rischio idrogeologico e sismico i comuni dovranno essere autorizzati a spendere le risorse esistenti in deroga al Patto di stabilità. Il ministro dell'ambiente, Corrado Clini, si è impegnato a chiederlo alla Ue, mentre sta per presentare il Piano nazionale da 20 mld la manutenzione e la messa in sicurezza del territorio dai rischi idrogeologici e sismici, 1,2 mld di euro l'anno per 20 anni. Sta lavorando per avere il via libera da Bruxelles, ha detto, dove il premier Monti sta cercando di ottenere lo stesso salvacondotto per le infrastrutture. L'annuncio, ieri a Roma, al convegno «Rischio sismico e idrogeologico, la sfida italiana», organizzato dai costruttori dell'Ance guidata da Paolo Buzzetti, che ha presentato con il Cresme il primo rapporto sullo stato del territorio. «La mancata manutenzione costa circa 3,5 mld l'anno», si legge nel report, «dal 1991 al 2011 sono stati finanziati interventi per circa 10 mld di euro, meno di 500 mln l'anno, per l'80% gestiti dal ministero dell'ambiente». «La prima infrastruttura del paese è il territorio», ha dichiarato Buzzetti, suonando la sveglia ai politici con la richiesta di un Piano keynesiano per la manutenzione del territorio anche come opportunità di sviluppo e occupazione. Una ricetta che l'Ance ha già indicato da tempo insieme al piano per la manutenzione dell'edilizia scolastica per il quale il governo precedente aveva già stanziato all'incirca 1 miliardo. Risorse che, come nel caso di quelle per la messa in sicurezza del territorio, «vengono stornate per essere destinate altrove» è la denuncia di Buzzetti. L'Ance ha proposto di recuperare fondi dalla devoluzione di una percentuale dell'Imu e dall'efficientamento dei tributi incassati dai Consorzi di bonifica, oltre che con il project finance. Il viceministro per le infrastrutture, Mario Ciaccia, presente con Clini al convegno di ieri a Roma, ha proposto una cabina di regia e ulteriori risorse per i comuni in deroga al patto di stabilità «per accendere subito i motori del piano» di Clini, prossimo venturo. Al riguardo, Confedilizia ha riproposto la riforma dei consorzi di bonifica che «prosciugano gli italiani di 359 milioni di euro l'anno, la maggior parte dei quali a carico degli immobili urbani, il più delle volte senza alcun beneficio per i contribuenti».