
Parole rassicuranti sulla spesa pensionistica poiché, afferma Fornero, la riforma del governo Monti «ha ridotto la gobba», scongiurando altri interventi e tagli, malgrado il disavanzo dell'Inpdap, «peraltro già noto». Entro la legislatura si mira a realizzare un cambio del sistema verticistico dell'Inps, attraverso uno schema che preveda «un consiglio d'amministrazione molto snello, con un presidente, un direttore generale per le funzioni di gestione, di amministrazione e di controllo dell'attività territoriale e poi l'organo di controllo dei revisori»; un'inversione di tendenza nel segno dell'efficienza e necessaria perché, incalza, «non c'è niente più lontano dalla mia mentalità del metodo della lottizzazione». Quanto ai lavoratori senza stipendio, né pensione per aver aderito ad accordi aziendali prima della legge 214/2011, l'8 ottobre, ricorda un altro membro della bicamerale, Giuliano Cazzola (Pdl), «sarà in aula a Montecitorio il testo di Cesare Damiano (Pd) sulla cui copertura deve pronunciarsi la commissione bilancio» (la Ragioneria dello stato ha ventilato un impegno finanziario di 9 miliardi). Il ministro si limita a osservare che le sorti degli esodati vanno trattate «con responsabilità».