
In attesa di sbrogliare la matassa della delega fiscale, l'esecutivo di Mario Monti, però, celebra i successi: semaforo verde per Imu (escluso il pagamento per gli immobili della Chiesa e enti no profit che svolgono attività commerciale in attesa del parere del Consiglio di stato) e riforma delle pensioni, giallo o rosso su riordino delle province e revisione dell'Isee, l'Indicatore della situazione economica equivalente che consente al cittadino di ricevere servizi con agevolazioni. E fa il «tagliando», a poco più di un mese dall'anniversario dell'insediamento, rivendicando con una nota ufficiale di palazzo Chigi l'operatività dell'80% dei provvedimenti. Le sette riforme economico-finanziarie «sono costituite da 2 mila 800 commi, di cui in 463 casi è prevista l'esigenza di atti amministrativi, nomine, regolamenti (attuativi, o integrativi), decreti di natura non regolamentare» per l'entrata in vigore. Il debutto dei tecnici avvenne col decreto «Salva-Italia» (legge 214/2011), di cui «è efficace circa il 78%», con percentuali alte per «il comparto tributario (85%), dello sviluppo industriale e infrastrutturale (84%) e bancario (84)»: oltre all'Imu e al restyling della previdenza, sono in vigore i limiti alla circolazione del contante (1.000 euro). Cantiere aperto sull'Isee, sebbene il via libera sembrasse vicino nei mesi scorsi (si veda ItaliaOggi del 23/06/2012), così come sul completamento della fusione Inps-Inpdap-Enpals. Quanto al «Cresci-Italia» (27/2012) sono realtà il tribunale per le imprese, la cancellazione delle tariffe minime professionali, la gratuità dei conti correnti per pensionati con entrate ridotte e la Srl semplificata per under35. Molto resta incompiuto della riforma del mercato del lavoro (98/2012), tranne che per le regole sulla flessibilità in uscita e in entrata, mentre c'è l'operatività sulle disposizioni sui prezzi dei farmaci, sui medicinali generici e sugli acquisti dei beni e servizi della p.a. («spending review»).