
Procedendo poi a un'analisi dei numeri dei professionisti iscritti alla gestione separata, Falcone ha segnalato la persistenza del fenomeno dell'evasione contributiva totale. Il perdurare, quindi, della forte pressione fiscale-contributiva potrà, con tutta probabilità incrementare non solo l'evasione totale dei professionisti, ma anche livellare al ribasso i redditi professionali e frazionare la base contributiva su più gestioni. Duplice la strada che la Lapet aderente a Cna Professioni ha suggerito al fine di raggiungere una concreta e definitiva risoluzione alle problematiche evidenziate. Da un lato, si sollecita a trovare una corsia preferenziale per un rapido esame ed approvazione dei disegni di legge giacenti in Commissione lavoro della Camera dei deputati n. 2312 e n. 2345. Dall'altro a provvedere a un accorpamento delle categorie professionali non regolamentate nell'ambito delle casse professionali esistenti mediante opportune modifiche al dlgs 103/96.
In passato, come ha ricordato l'on. Cazzola, è stata posta grande attenzione a tali questioni, anche se i relativi interventi si sono arenati sulla presunta mancanza di copertura finanziaria. «Ci rendiamo conto che in questo momento (siamo agli sgoccioli della legislatura) qualsiasi soluzione non potrà produrre impegni nell'immediato. Continueremo a sollecitare il Parlamento a trovare le giuste risorse: uno sforzo minimo può essere fatto anche per i professionisti che tra l'altro, in questo particolare periodo di recessione economica, contribuiscono seriamente alla creazione di ricchezza nazionale. Riteniamo che l'accorpamento delle casse delle categorie professionali non regolamentate esistenti possa essere facilmente realizzato lasciando i versamenti contributivi già eseguiti presso l'Inps e procedendo al loro recupero solo in età pensionabile a mezzo dell'istituto della totalizzazione. Il tutto avverrebbe a invarianza dei saldi del bilancio consolidato dello Stato. A ben vedere questa soluzione porterebbe ossigeno a più di qualche cassa professionale», ha spiegato Falcone che, in merito alla prima soluzione, ha aggiunto: «Si potrebbe apportare qualche correttivo all'art. 3 di entrambi i disegni di legge nella direzione di contemperare l'esigenza di cassa dello Stato con le esigenze dei professionisti. Questo correttivo potrebbe essere così definito: l'aliquota contributiva previdenziale dei professionisti iscritti alla gestione separata Inps è il 20% applicata sul reddito professionale. Tale contributo è versato all'Inps al netto del diritto di rivalsa del 4% che i professionisti devono applicare ai compensi lordi. Il diritto di rivalsa del 4% è in ogni caso versato all'Inps». In definitiva quindi l'applicazione del correttivo produce una minima riduzione delle entrate dell'Ente previdenziale a fronte di un significativo sgravio del carico contributivo di circa il 10% a favore del professionista. Tanto dal fronte politico quanto dalla stessa Cna Professioni è emersa dunque la ferma volontà di pervenire ad una definitiva risoluzione, già dalla prossima legislatura.