
Lo schema di accordo riflette, inoltre, alcune semplificazioni in termini di adempimenti per le istituzioni finanziarie, con l'obiettivo di abbattere quanto più possibile i costi di implementazione del nuovo modello da parte dei soggetti interessati dalla normativa Fatca. «La circostanza che il flusso di informazioni tra Stati sia previsto in entrambe le direzioni conferma che gli Accordi bilaterali saranno improntati al principio di reciprocità», si legge nella nota congiunta messa a punto dai ministeri delle finanze dei sei Paesi coinvolti secondo cui la definizione del modello consentirà di pervenire quanto prima alla conclusione di singole intese fiscali bilaterali. «Italia, Francia, Germania, Regno Unito, Spagna e Stati Uniti continueranno, inoltre, a promuovere lo scambio automatico di informazioni sul modello dell'Ocse e a lavorare sui principi del reporting comune e dell'applicazione degli standard di due diligence come strumenti per pervenire a un approccio più generalizzato e globale di efficace lotta all'evasione fiscale internazionale, pur mantenendo al minimo livello gli oneri di adempimento».
La normativa Facta, introdotta dal governo americano due anni fa, prevede che banche, broker, trust, fondi hedge, compagnie assicurative società di private banking che detengono e vogliono continuare a mantenere rapporti ?nanziari di fonte Usa, in conto proprio o di terzi, dovranno impegnarsi a comunicare i nomi e le movimentazioni dei clienti potenziali evasori americani intestatari di un conto presso il loro istituto. Per i soggetti non compliant, scatterà una ritenuta del 30% sui pagamenti di fonte Usa come cedole, dividendi, interessi, royalties, stipendi o rendite. Oltre alle imprese non finanziarie, laddove presentino nella compagine azionaria soggetti riconducibili agli Stati Uniti che posseggano almeno il 10% del capitale.