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Imu, un fisco facile non significa spendere inutilmente

del 19/07/2012
di: La Redazione
Imu, un fisco facile non significa spendere inutilmente
Di consigli per semplificare la vita ai cittadini e ai contribuenti per la riduzione della spesa statale e degli enti locali se ne possono dare tanti. Ciascuno propone, ogni giorno, una propria soluzione, come nell'articolo di spalla del Corriere dell'Economia di lunedì 25 giugno scorso.

Il trafiletto, dopo aver stigmatizzato le colpe dell'esecutivo per il caos dei versamenti Imu, evidenzia la possibilità di semplificare la vita del contribuente, mediante l'invio dei modelli F24 con l'importo Imu già prestampato a casa dei proprietari di immobili.

Prima di lanciare proposte di questo tipo, giornalisti di media così importanti dovrebbero, però, fare qualche approfondimento.

I comuni, nella maggioranza dei casi, non sono in grado di determinare l'importo dell'Imu da pagare nemmeno per gli immobili presenti sul proprio territorio, troppe sono le condizioni (ad esempio quelle soggettive) che influenzano il calcolo sia dell'imposta che delle detrazioni.

Alcuni esempi fra le centinaia possibili: la norma non parla di residenza, ma di dimora abituale come condizione per fruire sia dei 200 euro di detrazione fissa, che dei 50 euro per ciascun figlio, oppure il caso di un anziano che dimora in casa di riposo, ma che mantiene la residenza nella propria abitazione di proprietà. Il risultato sarebbe quello di tanti F24 non corretti, quasi sempre inutilizzabili. Inoltre, nel caso in cui il contribuente possedesse più immobili in comuni differenti, si troverebbero tanti modelli da portare in banca o posta. Aggiungiamo a questo l'impossibilità di usufruire delle compensazioni permesse dall'Agenzia delle entrate con eventuali crediti risultanti dalla dichiarazione dei redditi, per cui si dovrebbe pagare a prescindere.

Se poi alla fine il cittadino si trovasse nella favorevole situazione di aver ricevuto dal comune un F24 perfetto, dovrebbe comunque recarsi in banca o posta con i modelli F24 e con i soldi per provvedere al pagamento, oppure, se anche fosse un cultore della tecnologia, dovrebbe ridigitare il tutto nel sistema di home banking.

Diversamente i Caf o i professionisti, che già assistono il cittadino per tutte le altre incombenze, possono gestire l'Imu in modo veloce e preciso, perché in possesso di banche dati aggiornate, e possono decidere se e come versare l'imposta tenendo conto di tutti i debiti e crediti esistenti nei confronti della pubblica amministrazione, chiudendo il processo con l'invio telematico e l'addebito automatico sul conto corrente.

In definitiva, in un periodo di «spending review», è necessario che i comuni risparmino i soldi della stampa, dell'imbustamento e della spedizione di 40 milioni di F24 (fra costi diretti e indotti, almeno 4-5 euro a modello) destinati per la maggiore parte al macero, così come avveniva prima con i bollettini Ici che servivano solo ad aumentare il fatturato di quelle società di servizi e riscossione che facevano questo lavoro per conto dei comuni.

Se poi gli enti locali, invece di delegare la riscossione dei tributi dei cittadini ad aziende private che pensano solo al proprio profitto, dedicassero risorse per allineare le banche dati dell'anagrafe e dei fabbricati e per semplificare la giungla di detrazioni, allora potremmo arrivare veramente a un fisco più facile.

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