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Provvedimenti: Contributi, aumento iniquo

del 14/06/2012
di: La Redazione
Provvedimenti: Contributi, aumento iniquo
Aumentano le proteste dei tributaristi nei confronti del provvedimento all'esame del Parlamento che inasprisce in maniera considerevole l'aliquota contributiva per i soggetti che versano le spettanze alla Gestione separata dell'Inps. Il presidente nazionale dell'Ancot Associazione nazionale consulenti tributari Arvedo Marinelli boccia senza mezzi termini la parte relativa all'aumento contributivo inserita nel decreto lavoro. «Il ministro Elsa Fornero ha “sentito” le rimostranze del mondo dei professionisti senza cassa di previdenza iscritti nella gestione separata dell'Inps perché li ha ascoltati in occasione di un incontro televisivo organizzato dal Corriere della Sera. Però ha fatto orecchie da mercante perché nel decreto di riforma del lavoro approvato ed ora all'esame delle Camere ha colpito in maniera dura e iniqua noi tributaristi e tanti altri professionisti che versano contributi obbligatori alla Gestione Separata dell'Inps». Come giudicate il provvedimento? «La misura è “dura” perché porta la contribuzione dal 27,2 al 33,72%, ben sei punti percentuali sul reddito. È da ricordare che già un punto percentuale era stato aumentato a fine 2011! e dire che la Gestione separata Inps era nata nel 1996 con una contribuzione del 10%!». Una misura che non trova riscontro in altre categorie professionali? «La misura è iniqua perché gli altri professionisti delle Casse di previdenza pagano contributi che variano dal 12 al 15% e gli altri lavoratori autonomi imprenditori, artigiani e commercianti pagano il 21%. E pensare che il ministro, profondo studioso della materia, conosce bene il mondo del lavoro e della previdenza». È particolarmente rammaricato di quanto è avvenuto il presidente Marinelli il quale ha aggiunto: «Perché non ha ascoltato le nostre rimostranze e perché le nostre e-mail inviate in segno di protesta sono state vane? Non rimarremo inermi di fronte a questo attacco frontale che nulla ha considerato». Una misura di inasprimento delle aliquote contributive che rischia di condizionare a posizione sul mercato di tanti professionisti in un periodo caratterizzato da una gravissima crisi? «Certamente. Ripetiamo con forza che la misura è troppo dura e iniqua. Una misura assurda per la sua gravità, inspiegabile se viene inserita contestualizzata nel periodo di gravissima congiuntura negativa che stiamo vivendo, inaccettabile perché fa lievitare in maniera insostenibile i costi di gestione di uno studio professionale». Ritiene che si potrà modificare la norma? «Obiettivamente, siamo anche scettici che l'altro ramo del Parlamento possa riparare al danno che centinaia di migliaia di professionisti e tra questi tantissimi giovani che stanno avviando ora la loro attività subiranno da tale provvedimento».

Una norma che lede anche le regola della libera concorrenza? «La libera concorrenza nel mercato delle libere professioni riceve un duro colpo che l'antitrust dovrebbe rilevare e far correggere». Quali ripercussioni potrà avere tale norma? «L'intento del Governo era chiaro: combattere le partite Iva fasulle. Ma ha preso male la mira perché ucciderà le partite Iva vere!». Qual è l'appello che rivolgete al Governo e ai parlamentari? «Poiché la speranza è l'ultima a morire rinnoviamo un accorato invito ai membri della Commissione lavoro e ai Parlamentari tutti di stralciare l'aumento contributivo per i professionisti poiché sono in gioco la sopravvivenza dei nostri studi e quella di milioni di famiglie che percepiscono reddito dal nostro lavoro».

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