Un'intesa per prestare aiuto in maniera coordinata, efficace e non dispersiva ai tanti professionisti colpiti dal sisma in Emilia. Ad averla sottoscritta sono gli enti previdenziali privatizzati dell'area tecnica, ovvero Inarcassa, Cipag, Eppi (a cui sono iscritti ingegneri, architetti, geometri e periti industriali) e la cassa pluricategoriale Epap, con l'obiettivo di tutelare una platea di circa 3 mila potenziali colleghi (tanti ne sono stati individuati finora), che risiedono nelle zone funestate dal terremoto di maggio, comprendendo però anche coloro che svolgono l'attività professionale oltre che in territorio emiliano-romagnolo, anche in alcuni comuni della Lombardia e del Veneto, dove si sono registrati cedimenti alle strutture abitative e agli uffici. Ogni ente, prevede l'accordo, metterà a disposizione benefici e provvidenze per il proprio iscritto che abbia subito danni alla sede nella quale esercita il proprio lavoro e, conseguentemente, sia stato costretto ad interromperlo, a causa dell'emergenza che purtroppo non accenna a diminuire, poiché l'attività sismica prosegue senza sosta da settimane, dopo il primo evento del 20 maggio. Si tratta, secondo Arcangelo Pirrello, presidente della cassa pluricategoriale che assiste i geologi, i chimici e gli agronomi e forestali, dell'ennesima testimonianza concreta di come gli istituti pensionistici dei liberi professionisti siano in grado di portare il proprio prezioso contributo «a favore della collettività, proprio perché convinti che la cura del territorio sia il bene primario di un paese». Il vertice dell'Epap, infatti, ritiene che coloro che possiedono le competenze per intervenire in una condizione difficile come quella post-sisma, debbano doverosamente fornire «la loro opera nei momenti più delicati, come quello attuale».