
L'articolato di 77 articoli, sensibilmente modificato rispetto alla versione originale del governo, dispone una revisione del sistema di sostegno al reddito, introducendo dal 1° gennaio prossimo l'Aspi, l'Assicurazione sociale per l'impiego, che sostituirà quanto oggi non rientra nella cassa integrazione ordinaria, comprendendo cioè indennità e incentivi di mobilità, disoccupazione per apprendisti e sussidio una tantum per co.co.pro. Per sfoltire la giungla delle «false partite Iva» (fenomeno che si stima riguardi circa 400 mila persone, impiegate come lavoratori subordinati) poi, sono stati messi nero su bianco tre indicatori: la collaborazione deve durare almeno otto mesi nell'anno solare, il corrispettivo deve essere dell'80% rispetto a quelli totali in un anno, si possiede una postazione «fissa» nella sede del committente. Un reddito lordo annuo di almeno 18 mila euro sarà, invece, la «spia» per dichiarare una partita Iva genuina.
Il restyling dell'art. 18 sullo statuto dei lavoratori incide sui licenziamenti disciplinari, per i quali il giudice potrà ordinare il reintegro della persona soltanto sulla base dei contratti collettivi, e non anche sulla base della legge, o delle tipizzazioni di giustificato motivo soggettivo e di giusta causa. Novità, infine, per i papà: alla nascita del figlio avranno un giorno di congedo obbligatorio, al quale ne potranno essere aggiunti altri due facoltativi, però scalati dalle 20 settimane che spettano di diritto alla madre.