
«I numeri dimostrano che quando qualcosa funziona i risultati sono una diretta conseguenza», commenta Giorgio Sganga, segretario del Cndcec e presidente della Registro revisori legali, «in passato un lavoro di questo tipo non era mai stato fatto. C'erano migliaia e migliaia di persone che, forse più per trascuratezza che per malizia (visto l'esiguo importo della quota), hanno “dimenticato” di pagare per anni senza che nessuno li sollecitasse. Con l'operazione di ripulitura del registro faremo sì che chi non è interessato a restare iscritto sarà eliminato. E allo stesso tempo avremo portato nelle casse del ministero della giustizia risorse preziose, specie in un momento come quello attuale».
Ricevuta la notifica di irregolarità, il revisore moroso può mettersi in regola provvedendo al versamento. Viceversa, la Commissione centrale per i revisori contabili procederà prima alla sospensione e, nel caso di mancato adeguamento entro sei mesi dalla pubblicazione del dm sanzionatorio in G.U., alla cancellazione. «È un lavoro senza dubbio enorme, nonché piuttosto lungo», spiega Mario Turturici, presidente della Commissione centrale, «al quale abbiamo dato un input decisivo ma che senza l'apporto operativo della struttura del Cndcec non sarebbe mai stato possibile. Poiché ogni giorno c'è qualcuno che regolarizza, il bilancio definitivo potrà essere tracciato solo tra qualche mese. Alla fine di questa attività avremo un numero di iscritti al registro più basso degli attuali 150 mila ma senza dubbio più attendibile».
A preoccupare i commercialisti, però, c'è soprattutto il tema del passaggio di competenze per la tenuta del registro dal Cndcec alla Consip (si veda ItaliaOggi del 26 aprile 2012). «Continuiamo a restare basiti di fronte all'assoluta mancanza di interlocuzione», chiosa Sganga, «il consiglio nazionale ha ricevuto una lettera dal Ragioniere dello stato Mario Canzio in cui si annunciava la firma della convenzione con Consip, ma alla nostra richiesta di un incontro non c'è stata risposta. È assurdo come, in un momento in cui si cerca tanto l'efficienza e l'economicità della spesa, si voglia intervenire su un servizio che funziona perfettamente. E che non solo non costa nulla allo stato, ma recupera per suo conto entrate che nessuno in passato si era mai preoccupato di chiedere».