
Il testo di riforma
Secondo alcune indiscrezioni trapelate da ambienti vicini al ministero della giustizia, le intenzioni dell'ufficio legislativo (tre magistrati, due per le professioni tecniche e uno per tutte le altre) sarebbero, dunque, quelle di mettere a punto un dpr snello e con pochi punti demandando, poi, a specifici regolamenti la riforma delle singole categorie. Nessuna preoccupazione dunque se, secondo la giurisprudenza costituzionale, il decreto di delegificazione non potrà essere applicato a tutti. L'intenzione è quella di fare in fretta e mettere nero su bianco i principi chiave contenuti nei quattro diversi provvedimenti che si sono succeduti a partire dallo scorso agosto (legge 148/2011; legge di stabilità 183/2011; decreto salva Italia 201/2011; decreto-legge 24/01/ 2012, n.1) e che impongono agli ordini di adeguarsi ai princìpi di libero accesso alla professione, formazione continua, tirocinio, preventivo, assicurazione obbligatoria, pubblicità. In assenza di riforma, saranno abrogati gli ordinamenti in contrasto con tali princìpi.
Gli altri provvedimenti
Grande attenzione, invece, è stata posto sul decreto ministeriale che dovrà contenere i parametri per i compensi nelle liquidazioni giudiziali, secondo alcune indiscrezioni, ormai ultimato. Ma come sono stati stabiliti questi parametri? Per le professioni tecniche si è tenuto conto del valore dell'opera e, a partire da questo, è stata elaborata una formula da applicare a seconda del tipo dell' opera (edilizia, infrastrutture, impiantistica). Più complesso, invece, il lavoro per le professioni economico-legali: in questo caso si è puntato prevalentemente (ma non solo) sul principio della vacazione che, nei precedenti sistemi tariffari rendono il fattore tempo come elemento principale di valutazione. Infine resta il mistero sul regolamento che dovrebbe disciplinare l'esercizio della professione in forma societaria, le Stp. La bozza di provvedimento, composto da 15 articoli, è all'esame del ministero dello sviluppo economico e, successivamente, sarà inviato al Consiglio di stato. Ma di questo gli ordini non sanno nulla.