
Il decreto ridisegna i poteri speciali dello stato italiano in caso di difesa da scalate ostili nei settori della difesa e della sicurezza nazionale e in quelli «di rilevanza strategica» come l'energia, i trasporti e le comunicazioni. Nel passaggio a Montecitorio il veto è stato esteso anche ai servizi pubblici essenziali. La nuova «golden share» non è più legata alla partecipazione diretta di capitale pubblico nell'azionariato ma ai settori di attività delle società. Le principali modifiche, introdotte nel passaggio nelle commissioni Bilancio e Finanze della Camera, hanno riguardato un maggiore coinvolgimento del Parlamento nella definizione e nell'esercizio dei poteri attribuiti all'esecutivo, il rafforzamento delle tutele riguardanti le reti e gli impianti necessari ad assicurare l'approvvigionamento minimo e l'operatività dei servizi pubblici essenziali nonché l'inasprimento delle sanzioni verso le imprese inadempienti agli obblighi di notifica.