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Riforma del lavoro in stallo al senato

del 27/04/2012
di: di Simona D'Alessio
Riforma del lavoro in stallo al senato
È stallo in commissione lavoro al senato, dove si esamina la riforma Fornero: si attende che il governo faccia la sua mossa, annunciando le modifiche che è disposto a concedere, soprattutto sulla flessibilità in entrata (contratti a termine e partite Iva). E si aspetta che la bilancio, in ritardo sui pareri relativi alla copertura finanziaria del provvedimento, dia il suo responso, non prima dell'inizio della prossima settimana. «Gli emendamenti presentati sono 1.048, alcune centinaia dal mio stesso partito, in prevalenza sulle misure di ingresso», spiega Maurizio Castro (Pdl), che con Tiziano Treu (Pd) condivide il ruolo di relatore del disegno di legge. Il parlamentare non ha depositato alcuna proposta di modifica, ben consapevole che la partita, ormai, è più politica che tecnica: nel fine settimana, si augura, «potremmo raggiungere un'intesa con l'esecutivo per effettuare dei ritocchi». I tempi, intanto, si allungano. E, riferiscono fonti di palazzo Madama, diventa ogni giorno più probabile la scelta di porre la fiducia (come anticipato da ItaliaOggi il 25/04/2012) La squadra di Mario Monti ribadisce in più occasioni ai parlamentari la necessità di approvare con urgenza il testo, per calmare le turbolenze sulle piazze finanziarie, e dare dell'Italia in Europa un'immagine quanto più affidabile possibile. Tuttavia, la rigidità con cui affronta il dialogo con i partiti sulle eventuali correzioni non permette di immaginare un percorso veloce e in discesa: in particolare, sul periodo di inibizione fra la stipula di un nuovo contratto a tempo determinato, il governo non intende recedere dalla soglia dei 60 e 90 giorni, a seconda se il primo è durato meno o più di 6 mesi, mentre Castro continua a ribadire che «bisogna accorciare la soglia, perché in alcune specifiche circostanze occupazionali l'attesa si rivela troppo lunga». Altro nervo scoperto rimane il destino delle cosiddette false partite Iva, dietro cui si nasconde un vero e proprio rapporto di subordinazione. Un fenomeno molto diffuso (si parla di 300-400 mila persone) che il testo intende sanare.
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