
I certificati consentono di avere un quadro dei consumi energetici di un edificio e quindi dei relativi costi. La normativa Ue prevede che l'attestato di certificazione energetica sia messo a disposizione del proprietario dell'immobile o dell'eventuale locatario nella fase di costruzione, compravendita o affitto e che i certificati siano compilati da esperti accreditati. La Commissione contesta all'Italia il fatto che la normativa nazionale non preveda questo tipo di obbligo per tutte le tipologie di edificio. Il dlgs 192 del 19 agosto 2005 prevedeva deroghe per alcuni edifici di carattere storico, capannoni industriali e agricoli. Il testo di riferimento è stato aggiornato più volte, ma, secondo la Commissione, senza risolvere le questioni sollevate nella procedura di infrazione.
Per quanto riguarda invece i condizionatori d'aria, l'Esecutivo comunitario rende noto che Roma non ha ancor notificato misure attuative delle disposizioni concernenti le ispezioni periodiche per la valutazione dell'efficienza degli impianti e delle relative raccomandazioni in merito ai possibili miglioramenti.
Per Bruxelles è «fondamentale», si legge in una nota, «che gli stati membri applichino integralmente la normativa», perché mira a ridurre il consumo energetico degli edifici fino ad avere effetti benefici sulle spese delle famiglie. «Nonostante diverse lettere di costituzione in mora», prosegue la nota, «e pareri motivati inviati alle autorità italiane, la normativa continua a non essere conforme con la direttiva». Secondo dati diffusi dalla Commissione Ue, gli edifici sono all'origine di circa il 40% del consumo energetico e del 36% delle emissioni di gas serra dell'Unione europea.