
Dopo la qualificazione dell'attività professionale è previsto un ulteriore passo, quello della certificazione. Qui si va a verificare il singolo professionista, le sue attitudini, competenze, capacità. Quindi tra breve nel mercato dei servizi professionali, almeno per quanto riguarda le professioni non ordinistiche ci saranno tre livelli. Chi non ha richiesto o ottenuta alcuna qualificazione, chi lavora in una ambito disciplinato dalla norma Uni e chi ha anche la certificazione personale.
È quanto emerso nel corso di un convegno organizzato ieri a Milano da Cna professioni, per presentare le 22 associazioni che si sono affiliate al sistema Cna. Nel corso dei lavori è emerso anche che la certificazione Uni sarà ancora più interessante quando dovesse essere approvato il disegno di legge già licenziata dalla decima commissione della camera all'unanimità e con tutti i pareri favorevoli delle altre commissione, atteso in aula ad aprile. Disegno di legge che prevede un riconoscimento delle professioni non regolamentate in base proprio alla norma Uni, senza naturalmente l'istituzione di alcun ordine o di attività riservate. Il vantaggio per i professionisti è evidente e sarà quello di andare sul mercato con un attestato che ne certifichi le competenze. Per gli utenti dei servizi professionali questo significherà la possibilità di rivolgersi a professionista dalla riconosciuta affidabilità. «L'approvazione del disegno di legge è atteso con impazienza da tutti gli aderenti a Cna professioni», dice il presidente Giorgio Berloffa, per il quale la confluenza di 22 associazioni (ma presto il numero è destinato a salire) provenienti da Assoprofessioni all'interno del mondo Cna ha l'obiettivo di porre rimedio a un deficit di rappresentanza politica del mondo professionale.