
Se con il «milleproroghe» si era semplicemente provato a consentire all'Agenzia di continuare a conferire incarichi dirigenziali ai propri funzionari, nelle more dell'indizione dei concorsi per assumere i dirigenti secondo quanto impone l'articolo 97 della Costituzione, l'articolo 9, comma 24, rilancia. Infatti, non solo l'Agenzia potrà seguitare a incaricare dirigenti cooptando funzionari al proprio interno in attesa di concorsi pubblici che non si sa né quando saranno indetti, né quando si concluderanno. Ma c'è di più: infatti, la norma chiarisce che questi incarichi in attesa dei concorsi saranno aggiuntivi a quelli già conferiti e oggetto delle controversie decisa dai Tar, come rivela l'inciso «salvi gli incarichi già affidati», cui si affida la vanificazione delle vertenze in corso davanti a palazzo Spada. Un bel sospiro di sollievo per le centinaia di funzionari, beneficiati da questa norma «ad personas», giustificata dal comma 24 «in relazione all'esigenza urgente e inderogabile di assicurare la funzionalità operativa» all'Agenzia. Il comma vorrebbe anche costituire la chiusura dell'esperienza delle promozioni sul campo ai funzionari, perché specifica che una volta assunti i dirigenti per concorso, «l'Agenzia delle entrate non potrà attribuire nuovi incarichi dirigenziali a propri funzionari con la stipula di contratti di lavoro a tempo determinato». Ma, non potrà più farlo nelle misure elevatissime, permesse dal proprio regolamento considerato illegittimo dal Tar Lazio. Gli incarichi a contratto potranno continuare a essere assegnati, invece, in applicazione dell'articolo 19, comma 6 del dlgs 165/2001, in numeri più ristretti. Il testo finale del dl 16/2011 beneficia solo i dirigenti a contratto, ma esclude, come precedentemente previsto nelle fasi di elaborazione, l'istituzione di un comparto contrattuale specifico delle Agenzie, nel quale costituire la vicedirigenza. Per i funzionari, dunque, porte chiuse a uno scatto di carriera. A meno che non siano «chiamati» a fare i dirigenti.