
Con il decreto liberalizzazioni il governo Monti ha mandato in soffitta per tre anni (fino al 31 dicembre 2014) il sistema di tesoreria mista, introdotto con il dlgs n. 279/1997. che riconosceva agli enti la piena disponibilità di quanto incassato a titolo di entrate tributarie ed extratributarie, canoni, indennizzi (ma anche dalla vendita di immobili), dirottando su un conto infruttifero tenuto dalla Banca d'Italia i trasferimenti dallo stato. Ora si è tornati all'antico, ossia alla legge n.720 del 1984 che accentrava tutto nelle mani di palazzo Koch, a cui d'ora in poi dovranno rivolgersi le pubbliche amministrazioni per ogni mandato di pagamento (si veda ItaliaOggi del 21/01/2012).
Il cambiamento costringe comuni ed enti locali a versare il 50% dei depositi liquidi ed esigibili tenuti in banca sulle rispettive contabilità speciali, sotto conto fruttifero, aperte presso la tesoreria unica. la restante parte dovrà essere riversata entro il 16 aprile. Tutti gli investimenti finanziari degli enti (che saranno dettagliati dal Mef con decreto da emanare entro il 30 aprile), inoltre, dovranno essere smobilizzati entro il 30 giugno ad eccezione di quelli in titoli di stato italiani e affluiranno sulle contabilità speciali presso la Banca d'Italia.
Giovedì la commissione bilancio del senato ha espresso parere «non ostativo» all'articolo 35 del dl liberalizzazioni ma ha rilevato che la norma sulla tesoreria unica doveva essere diversamente formulata.