
A giocare a favore dell'ampliamento dell'impiego delle iniziative legislative Unidroit è indubbiamente il vasto riconoscimento, «in ogni ordinamento statale e nei sistemi normativi di diritto uniforme, del ruolo dell'autonomia privata e degli effetti degli arbitrati commerciali internazionali» nella cornice della contrattualistica, aggiunge Sergio Maria Carbone, uno dei docenti che ha partecipato alla stesura delle disposizioni. Al di là dell'apprezzamento, però, affinché la scelta dei principi quale legge regolatrice del contratto sia efficace, è opportuno che sia abbinata a una clausola per la risoluzione delle liti eventualmente insorte tra le parti, visto che gli arbitri, a differenza dei giudici nazionali, non sono vincolati alle norme di diritto internazionale privato, le quali impongono di applicare alle controversie che devono dirimere esclusivamente la legislazione di origine statale. Nel caso in cui una disputa venisse portata davanti ad un giudice nazionale, pertanto, i testi Unidroit richiamati dai soggetti protagonisti potrebbero essere considerati soltanto come integrati al contratto e la norma base resterebbe quella (nazionale) designata dai principi del diritto internazionale privato.
Guido Alpa, presidente del Consiglio nazionale forense, è favorevole alle prassi che possano avvicinare gli ordinamenti giuridici, con regole il più possibile vicine, migliorando lo sviluppo dei rapporti commerciali tra professionisti e tra i professionisti e i consumatori, ma osserva come la non conoscenza di un'altra lingua faccia sì che l'avvocato italiano tenda a far prevalere una legge nazionale.