
L'emendamento espunto prevedeva che in relazione all'esigenza urgente e inderogabile di assicurare funzionalità operativa delle proprie strutture l'Agenzia delle entrate è autorizzata a espletare procedure concorsuali per la copertura delle posizioni dirigenziali attraverso la stabilizzazione (art. 1, comma 530, legge 296/06). L'emendamento continuava prevedendo che, nelle more dell'espletamento delle procedure concorsuali ad hoc, le Entrate potranno affidare incarichi dirigenziali ai funzionari con la stipula di contratti a tempo determinato la cui durata è fissata in relazione al tempo necessario per la copertura del posto. L'emendamento non aveva portata retroattiva ma entrava con una interpretazione autentica a legittimare il comportamento dell'Agenzia delle entrate oggetto di un forte contenzioso con i sindacati della dirigenza. Su 800 funzionari incaricati dell'amministrazione che ha sede in via Cristoforo Colombo pende la vertenza della decisione del Consiglio di stato. In agosto, infatti il Tar Lazio aveva riconosciuto la procedura di affidare incarichi dirigenziali ai funzionari, prorogando di anno in anno l'incarico, non conforme alle norme sulla dirigenza. Il braccio di ferro tra Entrate e sindacati della dirigenza, promotori del ricorso, sta continuando davanti al Consiglio di stato dove è attesa la pronuncia di secondo grado.
La questione è molto delicata, se il Consiglio di stato dovesse concordare con la sentenza di primo grado del Tar si rischierebbe la paralisi dell'attività degli uffici deputati alla lotta all'evasione.
Le altre norme escluse: la tagliola del senato si è abbattutta anche su concessioni autostradali e assunzioni degli enti locali. Infine censura anche per le nomine dei vincitori di concorso in magistratura e avvocatura: Con l'emendamento dichiarato inammissibile, osserva il presidente del sindacato delle toghe, si sarebbe apportata una deroga a un articolo della legge n. 111/2011 «che prevedeva che le nuove assunzioni di tutti i magistrati venissero finanziate con un fondo popolato dagli introiti derivanti dall'aumento del contributo unificato».