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Il registro dei revisori cambia domicilio

del 23/01/2010
di: Ignazio Marino
Il registro dei revisori cambia domicilio
«Una follia togliere la gestione amministrativa del registro dei revisori contabili ai commercialisti. I risultati ottenuti in questi anni non temono confronti». Giorgio Sganga, presidente dell'istituto revisori contabili non usa mezzi termini. E commenta così l'approvazione in consiglio dei ministri del decreto legislativo di attuazione della direttiva europea sulla revisione legale dei conti che cancella la norma con la quale nel 2006 si è affidato al consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili la cura del registro. Si apre, quindi, il periodo transitorio nel corso del quale il ministero dell'economia (che ne assorbe la competenza al posto del ministero della giustizia) dovrà varare un regolamento attuativo per decidere a quali enti pubblici e/o privati affidare la nuova gestione.

Domanda. Presidente, il governo è andato dritto... Come legge questa intransigenza?

Risposta. Non ho una risposta. Il dlgs 28/06 fu approvato all'unanimità per volere del governo di centro-destra. Qualcuno dovrebbe spiegarci cosa sta accadendo. Il provvedimento con cui si cancella l'attuale gestione di fatto annulla tre anni di governo straordinario.

D. Lei parla di gestione straordinaria (i risultati in tabella). Non è, però, che questa efficienza ha dei costi troppo alti?

R. È esattamente il contrario. Abbiamo saputo spendere bene quello che abbiamo incassato ogni anno. Ovvero 26 euro per ogni iscritto (il contributo è rimasto tale e quale al passato, ndr). Ma non solo. Dei circa 3,5 milioni di euro raccolti annualmente il 55% lo abbiamo riversato nelle casse del ministero della giustizia. Vorrei evidenziare che la governance dell'istituto non prende un compenso in quanto espressione del consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili. Il problema che si apre è un altro...

D. Quale?

R. Che fine faranno i 16 collaboratori dell'istituto che fino ad oggi hanno offerto un servizio al paese! Forse in Italia le cose che funzionano bene non sono ben viste.

D. Se non c'è una motivazione economica forse ce n'è una di tipo politico.

R. L'istituto guidato da me non ha nessun potere. Al nostro interno c'è una commissione centrale presieduta da un magistrato che si riunisce ogni 15 giorni e che usufruisce dei nostri servizi. Noi siamo i dipendenti che hanno sistemato e informatizzato una montagna di pratiche. È la commissione ad autorizzare l'iscrizione di un praticante e comminare eventuali sanzioni. Non Giorgio Sganga.

D. Il dlgs 28/2006 è stato cancellato. Cosa si augura per il futuro?

R. Chiederemo audizione al ministro dell'economia, Giulio Tremonti, per appurare che non ci sia stata una svista. E chiederemo che con il regolamento attuativo sia ridata ai commercialisti un'attività che ha svolto con il massimo scrupolo e la massima trasparenza. Non riesco proprio a pensare all'istituzione di una nuova struttura e al passaggio delle pratiche. È una follia fare tutto questo dai costi altissimi per il paese.

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