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Fisco, ok a deroghe alla privacy

del 14/01/2012
di: di Cristina Bartelli
Fisco, ok a deroghe alla privacy
Per la lotta all'evasione sì a deroga alla privacy. Ma le deroghe siano temporali. «Stiamo consentendo alla Agenzia delle entrate di avere e incrociare informazioni molto al di là delle normali funzioni di un soggetto incaricato del controllo ai fini fiscali». A sollevare il problema, legato soprattutto al decreto salva-Italia, è il garante della privacy Francesco Pizzetti, nel corso di un convegno dedicato alle intercettazioni e promosso dal Csm e dal Consiglio nazionale forense a porre la questione. Per il garante tutto questo è accettabile solo in nome della lotta all'evasione fiscale, ma quando il risultato sarà stato raggiunto bisognerà pensare al rientro da una forma di controllo così incisiva.

Domanda. Il direttore centrale accertamento dell'Agenzia delle entrate, Luigi Magistro, ha detto a ItaliaOggi che il provvedimento sulla comunicazione dei movimenti finanziari all'archivio rapporti sarà concordato con il garante della privacy. Quali sono le indicazioni che darete all'Agenzia delle entrate?

Risposte. Dovremo vedere innanzitutto quali informazioni ritengono che le banche debbano inviare. Se si tratta di qualunque movimento o di determinate informazioni. Il direttore dell'Agenzia delle entrate, Attilio Befera, ha lasciato che sia da determinare. Poi dovremo verificare quali sono le misure di sicurezza tecniche organizzative che dovranno utilizzare le banche ma anche e soprattutto quali saranno le misure tecniche dell'Agenzia delle entrate nel riceverle e nell'archiviarle.

D. Più precisamente a che cosa si riferisce?

R. Bisognerà individuare quali sono i soggetti dell'Agenzia delle entrate che possono accedere, per quali finalità e prevedere, poi, forme di tracciamento degli accessi per colpire quelli illegittimi. Poi bisognerà esaminare le misure tecniche organizzative degli istituti di credito da effettuarsi, per esempio, con l'invio di chiavi criptate.

D. Nell'archivio rapporti sono già censiti quasi un miliardo di rapporti. Non si rischia, con le nuove regole, di avere solo un overdose di dati, e anche una duplicazione e di non saperli gestire e quindi di cedere sul terreno della privacy per dei risultati che è possibile avere già con gli strumenti attuali?

R. Intanto dovremo verificare quali dati l'Agenzia entrate chiede che siano inviati. L' Agenzia ha un'ampia scelta, qualunque movimento di conto corrente, ma si può immaginare che l'Agenzia darà una indicazione di tipo selettivo. Un gran numero di informazioni relativamente ai cittadini italiani sono già in possesso delle Entrate e sarà il direttore dell'Agenzia a verificare, in base alle scelte di contrasto dell'evasione fiscale, quali ulteriori informazioni relative ai movimenti dei conti correnti siano indispensabili. Noi ci riserviamo di valutare da un punto di vista oggettivo e di verificare che non ci sia un'eccedenza rispetto alle finalità che si vogliono perseguire.

D. Lei parla di un'emergenza evasione fiscale che consente di cedere rispetto alle garanzie della privacy, per un interesse collettivo più alto, ma poi specifica che la deroga deve essere a tempo. Secondo lei in quanto tempo si può fare una sorta di bilancio dell'efficacia di questi strumenti e soprattutto con l'Agenzia delle entrate avete messo a punto un obiettivo numerico di contrasto all'evasione oltre il quale si può rientrare nei limiti della privacy?

R. Non c'è un tempo. È un invito che come autorità e come costituzionalista mi sento di formulare, un auspicio che la lotta all'evasione abbia successo nel più breve tempo possibile e poi una raccomandazione che il paese torni alla normalità. Si torni a una forma di controllo meno invasiva rispetto alla privacy dei cittadini.

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