
«Abbiamo chiesto alle province e alle regioni di avvalersi di questa procedura perché riteniamo che si tratti di norme incongrue», ha spiegato a ItaliaOggi, il presidente dell'Upi, Giuseppe Castiglione. Che ieri ha portato sul tavolo della commissione paritetica per il riordino istituzionale, insediatasi agli Affari regionali, tutte le contraddizioni finora manifestate dal governo Monti. «Ci avevano promesso che nella manovra non ci sarebbero state norme ordinamentali e hanno inserito il riordino delle province, ci vogliono eliminare con decreto legge e ci convocano oggi per concertare con gli altri enti la riforma della governance locale», ha osservato il presidente della provincia di Catania.
La Commissione tornerà a riunirsi la prossima settimana e, come anticipato dal ministro dell'interno Anna Maria Cancellieri, seguirà una tabella di marcia molto serrata: un incontro a settimana per definire su più tavoli (tecnici e politici) oltre al riordino istituzionale, la riforma del patto di stabilità e il taglio ai costi della politica. Sul Patto, il presidente dell'Anci Graziano Delrio, ha registrato una timida apertura da parte del governo. «L'esecutivo ha riconosciuto che le regole sono da cambiare e hanno depresso gli investimenti». «Abbiamo deciso di costituire delle commissioni tecniche per gli argomenti più urgenti nella consapevolezza che, se entro fine febbraio non verrà ridefinito il patto, molti comuni non lo rispetteranno».