
Nell'ordine del giorno si legge: «L'intervento programmatico del presidente del consiglio inserisce le liberalizzazioni tra le priorità di questo esecutivo, così come richieste anche dalla lettera della Bce e dai vari interventi dell'Antitrust, e che tali liberalizzazioni possono essere realizzate con misure per la crescita e per lo sviluppo di cui tanto bisogno ha il paese; «secondo l'ultimo rapporto del Censis il mondo delle professioni non regolamentate è attualmente rappresentato in Italia da 3,5 milioni di lavoratori che esercitano attività professionali non organizzate in ordini o collegi e che contribuiscono in maniera considerevole allo sviluppo economico del paese. Tali professioni sono espressioni di un contesto dinamico in espansione, frutto del costante adeguamento alle esigenze mutevoli del mercato e al progresso scientifico e tecnologico e nel quale il numero degli occupati è destinato a crescere ancora di più nei prossimi anni. Il principio della libera iniziativa economica privata è strettamente connesso al principio della libertà professionale, che ha ricevuto conferma nell'articolo 15 della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea. Dalla configurazione di questi principi discendono diverse conseguenze: innanzitutto, un professionista è libero di scegliere l'attività che intende svolgere; in secondo luogo, i poteri pubblici hanno l'obbligo di garantire l'effettivo esercizio di tale libertà, rimuovendo gli ostacoli che vi si frappongono. La necessità di aprire il mercato delle professioni ad attività non riconosciute e non regolamentate risponde anche all'esigenza che i nostri professionisti non vengano sopraffatti dalla concorrenza proveniente da altri paese europei. Da ciò si comprende l'urgenza di una regolamentazione chiara che organizzi il settore, poiché la protratta mancanza di regole sarebbe causa della riduzione di una delle risorse fondamentali per la crescita del nostro paese... Scopo di tali norme è quello di regolamentare l'attività del libero professionista non iscritto in albi o collegi, al fine di tutelare il mercato dei consumatori e di consentire ai medesimi professionisti la possibilità di accedere al mercato europeo, creando così quella crescita e quello sviluppo di cui il paese ha veramente bisogno.
Il disegno di legge prevede inoltre la costituzione di associazioni professionali e delle forme aggregative delle stesse; è previsto anche un sistema di attestazione ai propri iscritti da parte delle associazioni e di organismi accreditati...».
L'ordine del giorno di cui sopra ieri nel tardo pomeriggio è fatto proprio dal governo e approvato dalla Camera, impegnando così il Governo a porre in discussione la proposta di legge C1934 da noi condivisa. Ora come non mai, raccolti chiari consensi in tutti gli schieramenti politici, non ultimo quello di Fare Italia, visto l'impegno formale del Governo e della Camera dei Deputati, le possibilità che tale proposta di legge diventi legge dello stato non è più un sogno ma una concreta possibilità e questo grazie all'intensa opera di sensibilizzazione sulle problematiche delle professioni non ordinistiche svolta dell'Ancot e dal Colap e che ha visto in questi giorni assiduamente impegnati il presidente dell'A:n.co.t. Arvedo Marinelli e i delegati politici dell'associazione fari i quali chi scrive, Nino Franchina e Saturno Sampalmieri. Il loro lavoro, svolto senza enfasi o proclami, è il risultato di una squadra che l'Ancot ha saputo mettere in campo contribuendo in modo determinante affinché, a breve, si arrivi ad una equa definizione dell'annosa problematica del riconoscimento delle associazioni e delle professioni non ordinisitiche e fra queste quella della del tributarista.