
Ieri, intanto, le comunicazioni hanno continuato ad arrivare presso le conservatorie di tutta Italia. E nelle principali Cciaa, in virtù dell'elevato numero di pratiche trasmesse, gli operatori camerali stavano vagliando i dossier di 10-15 giorni fa. Ed era stato proprio questo «ingolfamento» a indurre il ministero ad emanare la circolare prot. 0224402 del 25 novembre 2011 (si veda ItaliaOggi del giorno successivo): l'allarme era arrivato dagli stessi soggetti gestori dei sistemi Pec, che avevano segnalato a Roma l'impossibilità di far fronte all'enorme mole di richieste di nuovi indirizzi in tempo utile per la scadenza del termine di legge. Ciò in quanto, nonostante l'ampia finestra temporale messa a disposizione dal dl n. 185/2008 (tre anni), la maggior parte delle imprese si è attivata per ottenere la Pec solo a ridosso del 29 novembre 2011. Un ingorgo telematico tale da impedire di ravvisare quell'elemento soggettivo (dolo o colpa) necessario per configurare l'inadempimento, secondo lo Sviluppo economico. Da qui, dopo un confronto informale con Unioncamere, l'invito del Mse alle camere di commercio ad «astenersi dall'applicare le sanzioni previste dall'articolo 2630 del codice civile», anche nell'ottica di «evitare contenzioso di presumibile esito sfavorevole».
In attesa della decisione ufficiale dei conservatori che sarà assunta la prossima settimana, la circolare continua a rassicurare parzialmente le imprese inadempimenti. Le quali tuttavia, nel dubbio che la prassi ministeriale non prevalga, dovranno provvedere al più presto a regolarizzare la propria posizione.