
Un primo problema è di natura soggettiva. «I commercianti al dettaglio, che per dimensioni potrebbero essere interessati a questa normativa, sono tagliati fuori», osserva Claudio Carpentieri, responsabile fiscale Cna, «perché è davvero difficile pensare a un esercente che non riceva nemmeno un pagamento in contanti. Così come è illogico che questi rifiuti di fornire la prestazione per evitare di uscire dal regime contabile agevolato».
Ma anche in un ipotetico mondo nel quale il denaro sia totalmente dematerializzato (in linea, quindi, con la ratio della norma), e perciò le entrate/uscite risultanti dalla rendicontazione bancaria coincidano con i ricavi/costi sostenuti dal contribuente, le complicazioni ai fini fiscali sarebbero notevoli. Per esempio per coloro i quali determinano il reddito d'impresa o di lavoro autonomo da includere in dichiarazione annuale secondo le regole dell'art. 66 del Tuir, seguendo il criterio della competenza economica (vale a dire assumendo costi e ricavi maturati a prescindere dall'effettivo pagamento o incasso). Situazione analoga per il valore della produzione ai fini Irap. Senza tralasciare l'obbligo di riportare in dichiarazione alcuni elementi contabili finalizzati all'applicazione degli studi di settore.
Non solo. Sorgono difficoltà pure con riferimento all'Iva. «La sostituzione della contabilità con l'estratto conto potrebbe dare luogo a problemi anche in chiave europea», osserva Andrea Trevisani, direttore politiche fiscali di Confartigianato, «poiché ai fini della corretta liquidazione dell'Iva il contribuente è obbligato alla tenuta di determinate scritture contabili. Eventuali deroghe a tale principio devono essere preventivamente concordate a livello comunitario».
«Per rendere concreta la possibilità di determinare i tributi dovuti o i dati richiesti direttamente dall'estratto conto bancario, è necessario modificare anche la disciplina di tutte le principali imposte», chiosa Carpentieri, «qualsiasi altra soluzione è destinata al fallimento».
Anche perché la gestione del «doppio binario» tra cassa e competenza comporterebbe l'esigenza di scorporare dagli importi presenti nell'estratto conto gli incassi pervenuti dai clienti e i pagamenti effettuati ai fornitori nell'anno precedente, nonché di aggiungere quelli che saranno invece saldati nell'esercizio successivo. In questo modo verrebbe meno quell'ottica di semplificazione a cui è ispirata la legge.
«Premesso che la norma è di difficile applicazione nella pratica», sottolinea Beniamino Pisano, responsabile fiscale Casartigiani, «si tratta di una semplificazione che non elimina i costi connessi alla gestione amministrativa degli adempimenti e al versamento delle imposte».