
Prima ancora di rimodulare i prelievi e introdurre nuove forme di tassazione, però, Monti intende partire da quella lotta all'evasione che sottrae ogni anno alle casse erariali oltre cento miliardi di euro. Politica di contrasto che dovrà essere portata avanti «non solo per aumentare il gettito (il che non guasta), ma anche per abbattere le aliquote», spiega il capo del governo. In tale ottica, Monti apre la strada alla tassa patrimoniale rilevando come «questo può essere fatto con efficacia prestando particolare attenzione al monitoraggio della ricchezza accumulata (ho detto monitoraggio della ricchezza accumulata) e non solo ai redditi prodotti». Ma una più efficace lotta all'evasione, che consentirebbe di evitare di far pagare di più a chi le norme tributarie già le rispetta, passa anche attraverso la riduzione della soglia per l'uso del contante. Portato negli anni da 12.500 agli attuali 2.500 euro, l'obiettivo dell'esecutivo sembra essere quello di abbassare il tetto a qualche centinaio di euro. Maggiore tracciabilità dei pagamenti, quindi, che si dovrà accompagnare a un maggior ricorso alla moneta elettronica. L'equità fiscale, tuttavia, potrà essere perseguita pure in sede di controllo. Come? A spiegarlo è lo stesso Monti, che nel suo intervento programmatico manifesta la volontà di «potenziare e rendere operativi gli strumenti di misurazione induttiva del reddito e migliorare la qualità degli accertamenti». Il riferimento al nuovo redditometro, la cui fase di sperimentazione è appena partita (si veda ItaliaOggi di ieri), sembra essere piuttosto chiaro. Non restano esclusi dall'ambito di intervento neppure gli immobili. Dopo aver ricordato che, per effetto del dlgs n. 23/2011, dal 2014 entrerà in vigore l'imposta municipale che assorbirà l'attuale Ici (escludendo tuttavia la prima casa e l'Irpef sui redditi fondiari da immobili non locati, comprese le relative addizionali), Monti afferma di voler intervenire sulla fiscalità degli immobili. A cominciare dalla reintroduzione dell'Ici sulla prima casa. «Tra i principali Paesi europei, l'Italia è caratterizzata da un'imposizione sulla proprietà immobiliare che risulta al confronto particolarmente bassa», sottolinea il premier, «l'esenzione dall'Ici delle abitazioni principali costituisce, sempre nel confronto internazionale, una peculiarità – se non vogliamo chiamarla anomalia – del nostro ordinamento tributario». Infine, nel ribadire la volontà di rispettare i contenuti della delega alla riforma fiscale e della relativa clausola di salvaguardia, Monti auspica di poter procedere a interventi tributari che siano pure in grado di favorire lo sviluppo economico del Paese. L'obiettivo è quello di spostare la pressione fiscale dal lavoro ai beni e servizi. «Una riduzione del peso delle imposte e dei contributi che gravano sul lavoro e sull'attività produttiva, finanziata da un aumento del prelievo sui consumi e sulla proprietà, sosterrebbe la crescita senza incidere sul bilancio pubblico», chiosa Monti.