Italia maglia nera d'Europa per semplicità di adempimento degli obblighi fiscali da parte delle imprese. In base alla classifica mondiale definita dal Rapporto Paying Taxes 2012 della Banca Mondiale-IFC e PwC che analizza i sistemi di tassazione di 183 economie al mondo, la Penisola si è posizionata soltanto al 133esimo posto. Per gli adempimenti fiscali in Italia le società impiegano oggi 285 ore l'anno (277 ore la media mondiale) ed effettuano 15 pagamenti contro i 28,5 richiesti mediamente a livello globale. La Germania si è aggiudicata l'86esima posizione globale, la Francia il 55esimo posto mentre il Regno Unito è stato il più brillante del Vecchio continente conquistando la 18esima posizione in classifica. L'Italia non ha brillato nemmeno in quanto a carico fiscale, il più alto d'Europa (68,5% contro una media Ue del 43,4% e mondiale del 44,8%). Seguono a breve distanza la Francia (67,5%) mentre risulta superiore alla media europea per carico fiscale complessivo anche la Germania (46,7%). Più virtuose Spagna (38,7%) e Regno Unito (37,3%). «Per quanto riguarda l'Italia» ha osservato Fabrizio Acerbis, partner di PwC Tax & Legal Services (TLS), «dall'indagine di quest'anno la situazione è stabile. Il posizionamento complessivo arretra leggermente (da 128 a 133 nella classifica generale) per effetto del miglioramento degli indicatori di alcuni altri paesi. In altre parole, a un'Italia sostanzialmente ferma sul piano delle riforme si contrappongono alcune economie più decise nell'utilizzare la leva della fiscalità in logica competitiva». È entrata in vigore la riveduta convenzione per evitare la doppia imposizione tra la Svizzera e i Paesi Bassi firmata il 26 febbraio 2010. La nuova intesa contiene disposizioni sullo scambio di informazioni conformi allo standard internazionale e contribuisce all'ulteriore buono sviluppo delle relazioni economiche bilaterali. Rispetto alla precedente convenzione i due governi hanno aggiunto miglioramenti nel campo dell'imposta alla fonte il cui grado di partecipazione determinante ai fini dell'esenzione per i pagamenti di dividendi è stato ridotto dall'attuale 25 al 10%. In futuro anche i pagamenti di dividendi a istituti di previdenza saranno esentati dall'imposizione nello Stato alla fonte. Inoltre, per gli interessi è stato convenuto il tasso zero.