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Professionisti specializzati e in rete

del 28/10/2011
di: da Parma Ignazio Marino e Valerio Stroppa
Professionisti specializzati e in rete
Il futuro della professione del commercialista ha la strada segnata: associazione e specializzazione. E ancora meglio se questi due requisiti riusciranno a coesistere, magari avvalendosi delle forme incentivanti già previste nell'ordinamento come quella dei contratti di rete. Una prospettiva riguardo alla quale ieri a Parma, nel corso della giornata di apertura del convegno dell'Unione nazionale giovani dottori commercialisti ed esperti contabili, hanno concordato tutti. A cominciare da Giuseppe Roma, direttore generale del Censis, secondo cui «le professioni vanno incentivate, non demonizzate. Senza di loro, tra burocrazia, regole e leggi che cambiano in continuazione, la vita del nostro paese sarebbe impossibile più di quanto non sia oggi già difficile».

«Il dottore commercialista costituisce una cerniera imprescindibile tra le aziende e l'amministrazione finanziaria e questa funzione sarà esaltata sempre più dalla caratteristica del nostro tessuto produttivo, fatto di pmi che per loro stessa natura hanno bisogno di un rapporto di tipo personale con il professionista», osserva Maura Campra, ordinario di economia aziendale presso l'università del Piemonte. Mentre Paolo Andrei, omologo dell'università di Parma, ha aggiunto che «il commercialista vincerà la sua sfida del futuro solo se saprà specializzarsi e mettere in rete il suo patrimonio di conoscenza. Anche per quel che riguarda nuovi settori come la certificazione del credito e gli investimenti ambientali». Considerazione, quest'ultima, che trova riscontro nelle competenze tipiche del dottore commercialista elencate all'articolo 1 del dlgs n. 139/2005. Proprio da una recente indagine di IOLavoro (si veda ItaliaOggi Sette del 24 ottobre), infatti, è emerso che la certificazione dei bilanci ambientali è una delle competenze meno utilizzate dagli iscritti all'albo unico. Francesco Renne, presidente della commissione studio finanza innovativa del Cndcec, invece, ha focalizzato l'attenzione sull'importanza di far passare all'esterno la differenza tra servizio erogato da una società di consulenza e prestazione professionale, in quanto quest'ultima è erogata da un soggetto «che ci mette la faccia». Concetto tanto rilevante da dover essere, e questa è stata una delle proposte condivise, al centro di una campagna promozionale sull'immagine della categoria. Anche perché solo attraverso nuovi e innovativi messaggi, per Fabio Battaglia (presidente commissione previdenza dell'Ungdcec), si potrà far capire al legislatore e all'Antitrust che non sono le attività professionali il freno per l'economia.

Per riaffermare l'importanza del professionista garante della fede pubblica, secondo Gaetano Stella, presidente Confprofessioni, servirebbe una nuova alleanza tra sindacati e ordini professionali. Dal futuro delle professioni a quello del Paese sono arrivate poi una serie di proposte. Alcune delle quali proprio provenienti da Stella. «È necessario sviluppare la contrattazione territoriale», osserva il numero uno di Confprofessioni, «nonché aprire anche alle professioni regolamentate l'accesso all'istituto dei contratti di rete». Il convegno di Parma è stato un'occasione utile ai commercialisti anche per fare il punto sull'attuazione della direttiva europea sulla revisione legale dei conti. Attraverso una lettera, il presidente del Cndcec, Claudio Siciliotti (volato in Argentina per assumere la presidenza del Comitato di integrazione Latino Europa America), ha ricordato come a distanza di due anni «i decreti ministeriali sull'equipollenza dei percorsi formativi e sulla tenuta del registro siano ancora al centro di una trattativa serrata e temiamo di conoscerne i testi solo quando questi saranno definitivi». Una posizione condivisa anche dal vicepresidente nazionale Francesco Distefano. Ma la giornata di ieri è stata contraddistinta pure dal passaggio di testimone alla guida dell'Ungdcec. Che oggi sarà assunta formalmente da Eleonora Di Vona. Luigi Carunchio, presidente uscente, ha ripercorso le tappe del suo mandato ricordando le battaglie fatte. A cominciare da quella sui diritti acquisiti per finire con quella dei limiti agli incarichi nelle società di revisione. Carunchio si è quindi augurato che l'Unione continui la sua attività sulla strada del pensiero libero tracciata in questi tre anni.

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