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Pensioni, arrivano gli aumenti

del 26/10/2011
di: di Gigi Leonardi
Pensioni, arrivano gli aumenti
Busta paga più pesante del 2,7% per i pensionati a partire dal prossimo gennaio. Ma non per tutti. Si tratta della cosiddetta perequazione automatica (l'ex scala mobile), che per un biennio (2012-2013) sarà però negata ai trattamenti d'importo superiore a 2.341 euro. I pensionati vantano già un piccolo credito nei confronti degli enti di previdenza, i quali all'inizio del 2011 hanno attribuito un aumento provvisorio nella misura dell'1,4%, sulla base dei dati d'inflazione al settembre 2010, mentre l'indice effettivo registrato dall'Istat a fine anno si è poi attestato all'1,6%. Un debito, dunque, di uno 0,2%, che dovrà essere onorato in occasione del pagamento della prima rata del 2012. L'indice definitivo dell'inflazione 2011 si potrà conoscere solo a fine dicembre. Intanto gli enti si stanno preparando al rinnovo dei mandati di pagamento per il prossimo anno, sulla base di un dato provvisorio che, stando ai nostri calcoli (basati sugli ultimi dati Istat), dovrebbe essere pari al 2,7%.

Pensioni minime. Con l'incremento del 2,7% l'importo del trattamento minimo sale da 468,35 a 481 euro al mese. Con l'aggiornamento Istat, sale anche l'assegno sociale, la rendita assistenziale corrisposta agli ultrasessantacinquenni privi di altri redditi, introdotta dalla riforma Dini (legge n. 335/1995) in sostituzione della vecchia pensione sociale: passa da 418,12 a 429,41 euro al mese. Mentre la pensione sociale, ancora prevista per i titolari della stessa al 31 dicembre 1995, raggiunge 353,87 euro al mese.

Manovra di luglio. Il comma 3 dell'art. 18 della legge 111/2011 ha introdotto, a titolo di concorso per il conseguimento degli obiettivi di finanza pubblica, limitazioni alla rivalutazione automatica sui trattamenti pensionistici di importo superiore a 5 volte il trattamento minimo Inps. Per queste pensioni la rivalutazione non viene concessa, con esclusione della fascia di importo inferiore a tre volte il trattamento minimo, con riferimento alla quale l'aggiornamento è applicato nella misura del 70%. Questo significa che il pensionato la cui rendita è inferiore a cinque volte il trattamento minimo (per il 2011 la soglia è pari a 2.341,75 euro mensili) continuerà a percepire gli incrementi di perequazione così come avveniva in passato; mentre chi ha un importo di pensione superiore a questa soglia percepirà l'aumento dell'indice Istat, ridotto al 70%, e solo sulla fascia fino a tre volte il minimo (fino a 1.405,05 euro).

Superiori al minimo. Vediamo ora l'adeguamento per le rendite superiori al minimo; l'aumento per l'anno prossimo sarà quindi così articolato:

* 2,7% (ossia l'aliquota intera) sulla fascia di pensione mensile sino a 1.403,05 euro, il triplo del minimo di dicembre 2011;

* 2,43 % (90% dell'incremento) sulla fascia compresa tra 1.403,05 e 2.341,75 euro, cinque volte il minimo 2011.

Per le rendite d'importo superiore a 2.341,75 (5 volte il minimo al dicembre 201) l'aumento sarà pari a 26,52 euro, il risultato di 1,89% (il 70% Istat) su 1.403,05.

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