
Pensioni minime. Con l'incremento del 2,7% l'importo del trattamento minimo sale da 468,35 a 481 euro al mese. Con l'aggiornamento Istat, sale anche l'assegno sociale, la rendita assistenziale corrisposta agli ultrasessantacinquenni privi di altri redditi, introdotta dalla riforma Dini (legge n. 335/1995) in sostituzione della vecchia pensione sociale: passa da 418,12 a 429,41 euro al mese. Mentre la pensione sociale, ancora prevista per i titolari della stessa al 31 dicembre 1995, raggiunge 353,87 euro al mese.
Manovra di luglio. Il comma 3 dell'art. 18 della legge 111/2011 ha introdotto, a titolo di concorso per il conseguimento degli obiettivi di finanza pubblica, limitazioni alla rivalutazione automatica sui trattamenti pensionistici di importo superiore a 5 volte il trattamento minimo Inps. Per queste pensioni la rivalutazione non viene concessa, con esclusione della fascia di importo inferiore a tre volte il trattamento minimo, con riferimento alla quale l'aggiornamento è applicato nella misura del 70%. Questo significa che il pensionato la cui rendita è inferiore a cinque volte il trattamento minimo (per il 2011 la soglia è pari a 2.341,75 euro mensili) continuerà a percepire gli incrementi di perequazione così come avveniva in passato; mentre chi ha un importo di pensione superiore a questa soglia percepirà l'aumento dell'indice Istat, ridotto al 70%, e solo sulla fascia fino a tre volte il minimo (fino a 1.405,05 euro).
Superiori al minimo. Vediamo ora l'adeguamento per le rendite superiori al minimo; l'aumento per l'anno prossimo sarà quindi così articolato:
* 2,7% (ossia l'aliquota intera) sulla fascia di pensione mensile sino a 1.403,05 euro, il triplo del minimo di dicembre 2011;
* 2,43 % (90% dell'incremento) sulla fascia compresa tra 1.403,05 e 2.341,75 euro, cinque volte il minimo 2011.
Per le rendite d'importo superiore a 2.341,75 (5 volte il minimo al dicembre 201) l'aumento sarà pari a 26,52 euro, il risultato di 1,89% (il 70% Istat) su 1.403,05.