
«Si tratta di una tendenza sociale in atto già da qualche anno, che mette in primo piano la responsabilità sociale dei soggetti economici e produttivi, chiamati a surrogare le ormai croniche carenze del welfare state», commenta il presidente di Cadiprof, Gaetano Stella. «Oggi, di fronte al perdurare della crisi economica che restringe la possibilità di aumentare gli stipendi, il welfare contrattuale diventa un potente ammortizzatore sociale capace di intervenire a sostegno del reddito dei dipendenti e delle loro famiglie, ma anche un formidabile strumento di fidelizzazione nelle mani dei datori di lavoro, per far leva sulla produttività e sulla flessibilità del lavoro».
Il fenomeno welfare, tuttavia, non riguarda solo pochi, grandi nomi dell'industria, ma si allarga sempre più anche a realtà produttive e di servizi di piccole e piccolissime dimensioni, come le pmi e gli studi professionali. A differenza dei big industriali, però, dove le innovative politiche di welfare si costruiscono faccia a faccia tra datori di lavoro e dipendenti e vengono assorbite nei contratti integrativi aziendali, negli studi professionali è il Contratto collettivo di lavoro nazionale, attraverso i suoi strumenti della bilateralità, l'unico strumento per assicurare una serie di interventi mirati per garantire e valorizzare la dignità e il benessere delle persone che lavorano fianco a fianco con i professionisti negli studi.
Un esempio immediato discende da Cadiprof, la Cassa di assistenza sanitaria integrativa per i dipendenti degli studi professionali, nata nel 2005 per espressa volontà delle parti firmatarie del Ccnl di categoria. In quasi sei anni di attività, la Cassa è riuscita a creare una rete di protezione sociale che coinvolge oltre 230 mila dipendenti negli studi, consentendo allo Stato un risparmio netto di oltre 20 milioni di euro. «Quando ancora non era di moda, ci siamo assunti l'onere di introdurre nel Ccnl una serie di tutele nell'ambito dell'assistenza sanitaria integrativa che potessero venire incontro ai reali bisogni di salute dei nostri dipendenti» afferma Stella. «In questi anni siamo cresciuti molto in termini di adesioni: siamo passati dai 50 mila iscritti nel 2005 agli oltre 230 mila attuali; mentre, attraverso il Piano sanitario e il Pacchetto famiglia, abbiamo erogato a oggi quasi 140 mila prestazioni, per un valore che supera i 20 milioni di euro».
Si tratta di numeri di tutto rispetto, considerato il bacino di riferimento degli studi professionali, che collocano la Cassa presieduta da Stella ai vertici delle graduatorie nazionali dei fondi assistenziali integrativi, alle spalle del commercio che può vantare numeri assai più consistenti. Tuttavia, il welfare negli studi ha ancora importanti potenzialità di crescita. Gli ultimi provvedimenti approvati, come l'aumento dei ticket sanitari, o quelli annunciati, come il ridimensionamento per i Livelli essenziali di assistenza sanitaria o il taglio alle detrazioni per le spese sanitarie, potrebbero infatti determinare un nuovo massiccio spostamento dal Servizio sanitario nazionale verso forme di assistenza sanitaria integrativa di derivazione contrattuale. E il comparto degli studi è pronto alla nuova sfida.