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Ccnl studi, scossa per l'economia

del 29/09/2011
di: di Gaetano Stella presidente di Confprofessioni
Ccnl studi, scossa per l'economia
Il Contratto collettivo nazionale di lavoro degli studi professionali che andremo a firmare ufficialmente, tra qualche settimana, con le organizzazioni sindacali dei lavoratori è la sintesi di un lungo percorso che incrocia la crisi del mercato del lavoro con l'evoluzione delle relazioni sindacali. In questi ultimi tre anni, abbiamo letto in filigrana le difficoltà, anche le più impercettibili, che frenano lo sviluppo delle libere professioni; abbiamo interpretato le spinte innovative del mercato e abbiamo colto gli strumenti normativi, che potevano dare spinta e profondità a un settore economico sempre più centrale per la crescita del Paese.

Di fronte al decadimento delle istituzioni, al cedimento di valori morali, alla logica perversa della disoccupazione giovanile, il comparto dei liberi professionisti non poteva girarsi dall'altra parte, ma si è dato l'imperativo di guardare avanti, creando le basi per una nuova prospettiva nella regolazione dei rapporti di lavoro all'interno degli studi professionali. Ma non solo. L'ipotesi di Ccnl, siglata il 27 settembre scorso da Confprofessioni con le organizzazioni sindacali di settore, rappresenta un innovativo modello di sviluppo che rivoluziona le dinamiche occupazionali e le relazioni industriali, dando prova di una ritrovata coesione sociale e di una ritrovata capacità di crescita delle libere professioni nella stagnante economia del Paese.

Abbiamo voluto interpretare a tutto tondo il ruolo di parte sociale che ci viene riconosciuto nell'ambito delle libere professioni, valorizzando l'unica risorsa a nostra disposizione: il capitale umano. Abbiamo aperto le porte degli studi ai giovani che ancora credono nella loro conoscenza e nel loro talento, fornendo una chance reale per inserirsi a pieno titolo nel mercato del lavoro. Abbiamo oltrepassato le anacronistiche divisioni tra i lavoratori della conoscenza, allargando il contratto all'area vasta delle professioni intellettuali che preme dal basso alla ricerca di tutele di welfare.

Da questa angolazione, l'ipotesi di accordo di Ccnl non diventa più un mero atto lavoristico da tramandare agli archivi, ma la risposta qualificata dei liberi professionisti ai cambiamenti economici e sociali in atto nel Paese. Non è un manifesto vuoto, ma lo scatto in avanti di un intero comparto per scuotere l'economia e indicare la rotta della crescita del Paese, rimettendo in circolo i giovani e le nuove forze che andranno a costruire il futuro delle professioni e dell'Italia.

Le nuove tendenze del mercato del lavoro ci obbligano a guardare in faccia la realtà degli studi professionali, per codificare le variegate forme di collaborazione che in esso si instaurano. L'ampliamento della sfera contrattuale, insieme con il potenziamento della bilateralità, è infatti una delle principali innovazioni contenute nel nuovo contratto. L'obiettivo di estendere le tutele di welfare al lavoro atipico, che tiene insieme le collaborazioni coordinate e continuative con i praticanti, è materia non più prorogabile alla luce dei fabbisogni, delle competenze e della complessità del lavoro svolto negli studi.

Il nuovo perimetro contrattuale, da un lato svolge una funzione prettamente economica che sottende alla necessità di riqualificare e valorizzare le prestazioni professionali in un momento di grande difficoltà del comparto; dall'altro assume una valenza sociale fondamentale di contrasto al fenomeno della disoccupazione giovanile. Per incentivare l'ingresso dei giovani nel mercato del lavoro, oltre i tirocini e stages, sono stati disciplinati nuovi strumenti contrattuali che prevedono forme di lavoro a termine finalizzata al coinvolgimento degli studenti universitari, ma soprattutto per la prima volta in Italia debuttano in un contratto collettivo tutte le tipologie di apprendistato previste dal nuovo Testo unico. Siamo all'inizio di un nuovo percorso che ci proietta finalmente fra le forze sociali emergenti del Paese.

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