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Mercato dei servizi più libero

del 09/01/2010
di: La Redazione
Mercato dei servizi più libero
Direttiva Servizi, il freno alle restrizioni prima della mobilità. Il presidente nazionale della Lapet, Roberto Falcone, considera importante la libera circolazione garantita ai professionisti europei dallo schema di decreto approvato dal Consiglio dei ministri il 17 dicembre 2009, recante “Attuazione della direttiva 2006/123/Ce del Parlamento europeo e del consiglio del 12 dicembre 2006, relativa ai servizi del mercato interno”. Il provvedimento, che interessa da vicino i professionisti, dovrà ora passare all'esame delle commissioni parlamentari per il parere di conformità prima di essere licenziato da Palazzo Chigi con la previsione dunque di una maggiore mobilità dei servizi. “Si tratta – sostiene il presidente – di una grande scommessa per la modernizzazione dell'Italia e dell'Europa. E' questa una sfida all'insegna della competitività che porterà all'effettiva liberalizzazione dei servizi, in modo completo e assoluto come mai accaduto sinora a livello europeo, garantendo di conseguenza un abbattimento della burocrazia”.

Il presidente dell'associazione dei tributaristi ritiene assolutamente epocale il passaggio da un regime autorizzatorio ad uno di libera iniziativa. Questo significa che nel nuovo mercato dei servizi Ue, fatte salve le disposizioni istitutive e relative ad ordini, collegi e albi professionali, i regimi autorizzatori, statali o regionali, potranno sopravvivere solo se giustificati da motivi imperativi di interesse generale. In pratica, le restrizioni avranno senso esclusivamente in funzione dell'ordine pubblico, oltre che nel rispetto dei criteri di proporzionalità e non discriminazione, della tutela dei consumatori oppure dei lavoratori. “È significativa – commenta il presidente della Lapet – l'introduzione di paletti strettissimi per l'inserimento di nuove riserve così come il limite posto alle restrizioni già esistenti. I regimi autorizzatori infatti potranno essere mantenuti alle stesse condizioni valide per le nuove riserve. Questo implica una generale revisione di tutte le restrizioni, che certamente permetterà l'eliminazione di riserve illegittime e non giustificate dalla normativa comunitaria”.

Perciò la Lapet chiede al governo di rivedere tutte le esclusive che disciplinano (e limitano) il sistema professionale italiano. D'altronde, fanno notare i tributaristi, la Giurisprudenza è già stata chiara in più occasioni negli ultimi anni, dichiarandosi a favore di una doverosa limitazione delle esclusive, specie quando sono inutili o addirittura ingiustificate, ritenendola un passaggio fondamentale per l'apertura dei mercati comunitari alla libera concorrenza.

“La stragrande maggioranza delle riserve vigenti nel nostro Paese – assicura Falcone – non ha ragione di esistere, in quanto tali esclusive sono il risultato di atteggiamenti lobbistici tollerati negli anni al punto da essere quasi diventati la regola. Una regola che però in molti casi non è scritta da nessuna parte. Quel che è sancito da principi non più derogabili né trasgredibili, è invece la necessità di porre un freno alle esclusive”. E su tale necessità si è più volte espressa anche l'Autorità garante per la concorrenza ed il mercato, specificando nella sua indagine conoscitiva sugli ordini professionali che è più che mai necessario “limitare le riserve professionali in quanto restrittive per la concorrenza”. Un'indicazione inequivocabile ed in linea con la direttiva europea. “Ormai le riserve hanno le ore contate – sostiene Falcone – e come ritiene il ministro per le Politiche comunitarie Andrea Ronchi, finalmente, attraverso la direttiva Servizi già dal 2010 in Italia ci saranno tutte le premesse per l'aumento della competitività delle imprese europee, la semplificazione e il varo di norme che non creino discriminazione all'interno del mercato unico. Condizioni realizzabili appunto quando sono garantite trasparenza, proporzionalità e parità di trattamento. Ma questi principi sono decisamente incompatibili con le riserve inutili e non giustificate”.

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