Consulenza o Preventivo Gratuito

Agronomi e forestali a confronto

del 28/09/2011
di: di Gabriele Ventura
Agronomi e forestali a confronto
Dottori agronomi al centro dello sviluppo sostenibile del paese. Dalle nuove opportunità che nasceranno nell'area euromediterranea alla valorizzazione degli spazi verdi in città fino alla gestione dei siti naturali. Tenendo sempre fermi i principi etici della professione. Questi i temi portanti del XIV congresso nazionale dei dottori agronomi e dei dottori forestali, al via oggi per la prima volta in Sicilia, dove tra l'altro è presente la prima Federazione d'Italia (nove ordini e 3.700 iscritti all'albo, pari al 16% dei 23 mila di tutta Italia), per una tre giorni che vedrà coinvolte le località di Favignana, Trapani e Marsala. Il titolo dell'appuntamento annuale per la categoria è «Qualità della vita, sviluppo e cooperazione: l'etica della professione», e pone come argomento portante lo sviluppo dell'area del Mediterraneo, alla luce degli ultimi cambiamenti politici che hanno interessato il Nord Africa. Un'area dove l'Italia assumerà un ruolo centrale nella cooperazione e nello sviluppo, e dove appunto i dottori agronomi si candidano per essere protagonisti. Questo infatti sarà il focus di una delle quattro tesi congressuali che verranno discusse domani al congresso, insieme a due tavole rotonde aventi per tema: «La diversificazione degli spazi verdi come nuovo modello di sviluppo economico e sociale della città» ed «Esperienze e prospettive per lo sviluppo sostenibile nell'area euromediterranea». A spiegare gli obiettivi, i temi cardine e le aspettative dell'appuntamento clou per la categoria è il presidente del Conaf, Andrea Sisti.

Domanda. Presidente, partiamo dagli obiettivi del congresso. Quali i principali?

Risposta. Diciamo che per questo appuntamento annuale chiamiamo a raccolta i nostri colleghi e altre personalità del mondo rurale, ambientale, della cooperazione e della politica per discutere dei principali temi che riguardano la categoria, la società e il mondo produttivo di cui ci occupiamo. Faremo una serie di riflessioni legate alla nostra attività di tutti i giorni, fornendo delle linee guida su come svolgere la professione. L'obiettivo primario, insomma, è far sì che i nostri colleghi si confrontino sui temi cardine che riguardano l'attività professionale, intendendo questo appuntamento anche come un momento formativo importante e un confronto tra persone che svolgono lo stesso mestiere. Con lo sguardo rivolto verso il futuro.

D. Qual è il tema cardine del congresso?

R. Il tema principale sarà la cooperazione e la centralità dell'Italia nell'area del Mediterraneo. Lo abbiamo già progettato da tempo ed è il motivo per cui il congresso si tiene in Sicilia, la regione italiana che sarà centrale nei rapporti e negli scambi con i paesi nord africani. Quando infatti verrà messo in piedi un sistema di relazioni stabili tra l'Europa e questi paesi interessati da notevoli cambiamenti politici, vogliamo farci trovare pronti. Si creerà infatti un'area di libero scambio dove anche il settore della produzione agroalimentare sarà decisivo. Sarà quindi necessario stabilire delle regole comuni sulle quali dovremo confrontarci. Lo scambio di buone pratiche produttive può dare infatti vantaggi reciproci, considerando che l'Italia ha un notevole know how anche tecnologico da mettere sul mercato. Dal punto di vista poi dell'attività professionale sarà necessaria un'adeguata formazione dei professionisti che operano nei diversi settori, e in questo senso possiamo già contare su università che hanno sviluppato relazioni con questi paesi. Insomma, nel prossimo futuro abbiamo una base comune per migliorare la competitività del sistema Mediterraneo, facendolo diventare un'area ricca e attrattiva anche nei confronti dei paesi del Nord Europa. Si tratta di un'area dove possiamo essere avvantaggiati perché godiamo di una posizione centrale e può anche rappresentare un valido strumento per lo sviluppo del Meridione.

D. Parlerete poi di deontologia. Sviluppando quali problematiche?

R. Approveremo il nuovo codice deontologico, a distanza di cinque anni dall'ultimo aggiornamento, e ci confronteremo, in particolare, sull'etica della professione, aspetto cruciale non solo nella deontologia tra colleghi ma anche nel rapporto tra professionista e cliente. È fondamentale, infatti, che il codice contenga i valori etici dello svolgimento della professione, soprattutto oggi. Il professionista che provoca un danno ambientale, per esempio, non commette solo un reato penale ma anche un comportamento scorretto che infrange una regola che sta alla base della deontologia. L'etica è poi un elemento importante per sviluppare in maniera seria i rapporti tra professionista e pubblica amministrazione e tra professionista e cliente, aldilà della parcella. È un discorso legato allo sviluppo sostenibile, alla sicurezza alimentare, alle valutazioni di impatto ambientale: tutti comportamenti che attengono alle modalità con cui si svolge la professione.

D. Per quanto riguarda le altre tesi congressuali invece? Quali i temi portanti?

R. Uno è il verde nelle città. Partiremo dal presupposto che gli spazi verdi non devono più essere residuali ma consentire di vivere al meglio la città. Il verde deve essere inteso anche con la prospettiva di utilizzo a fini agricoli: parlo degli orti urbani, che sono i nuovi modelli progettuali per la città del futuro. In proposito, in questi giorni in Parlamento si sta discutendo la legge sugli spazi verdi che dovranno rigenerare le città. È quindi importante discuterne per poter determinare linee guida culturali e progettuali per integrare l'agricoltura nelle città. Infine, discuteremo della gestione dei siti naturali, che interessano particolari aree del nostro territorio. Vedremo quindi come gestire questi spazi, che interessano aree agricole dove ci sono aziende, e renderli utili anche ai fini di coloro che ci vivono. Il motto dev'essere: meno burocrazia e più fatti concreti.

vota