
Nuovo sacrificio per gli statali. La crisi non passa e, dunque, un nuovo sacrificio è chiesto agli statali. Dopo che con la manovra del 2010 (legge n. 122) ne è stato fissato il pagamento a rate (oltre i 90 mila euro), la buonuscita adesso viene assoggettata a una attesa fino a 24 mesi per l'erogazione. La misura colpisce tutti i dipendenti pubblici: di amministrazioni dello stato; istituti e scuole; aziende statali; regioni, province, comuni, comunità montane, consorzi e loro associazioni; istituzioni universitarie; istituti autonomi case popolari; camere di commercio e loro associazioni; enti pubblici non economici; amministrazioni, enti e aziende del servizio sanitario nazionale.
I nuovi termini. La novità è introdotta con una modifica della disciplina vigente dal 1997 (legge n. 140/1997) e che fissa diversi termini di pagamento della buonuscita, a seconda delle cause di cessazione dal servizio. In tabella le singole ipotesi aggiornate dalla manovra bis. In buona sostanza, la novità è l'attesa più lunga da sei a 24 mesi nelle ipotesi di prepensionamento e di cessazioni per altri motivi, nonché l'introduzione di un termine di sei mesi (prima inesistente) per i pensionamenti ordinari. Dal 13 agosto il pagamento avviene:
Una deroga è prevista per il personale della scuola: a quello che matura i requisiti di pensionamento entro il 31 dicembre 2011 continua ad applicarsi la vecchia disciplina. In tal caso, la buonuscita è erogata tra 181 e 270 giorni se relativa a una qualsiasi causa di cessazione; nel termine di 105 giorni se relativa al collocamento a riposo per limiti d'età o di servizio oppure per collocamento a riposo d'ufficio per anzianità massima di servizio.