
Gli unici provvedimenti che mancano, come al solito, sono quelli al «carrozzone» Inps. Il settore attualmente più virtuoso è rappresentato dalle aziende private, seppur con tutte le difficoltà che in questi ultimi anni stanno attraversando, e questa manovra anziché pensare di diminuire la pressione contributiva previdenziale, anche a favore dell'occupazione, continua a caricare di impegni le aziende, sempre a favore dell'Inps. Se provassimo ad analizzare quanto ci costa mantenere l'intera struttura di questo Istituto, a fronte del lavoro che svolge, ci renderemmo conto che una bella fetta del debito pubblico sparirebbe. L'Italia è chiamata a intervenire, come altri stati europei, a sostegno della Grecia; l'istituto bancario che finanzia la Grecia emetterà bond che ci venderà, in un circolo di spesa e debito senza fine. Infatti, siamo in presenza di un monte di finanziamenti diretti e indiretti, che alcuni hanno definito un investimento rischioso. Se l'investimento dovesse rivelarsi tale, l'Italia potrebbe sperare in un ritorno interessante in termini di interessi attivi, ma se così non fosse, nei prossimi anni il nostro debito aumenterebbe e sicuramente il governo sarebbe costretto a intervenire con un ulteriore manovra di tagli. In dubbio rimane la capacità della Grecia di rimborsare completamente i propri debiti. I costi, purtroppo, ricadranno su aziende, lavoratori, pensionati e disoccupati. In poche parole sulla spina dorsale del sistema paese. E se vista la situazione economica dell'Eurozona dovesse crollare un altro paese dei tanto citati «Pigs» (Portogallo, Irlanda, Grecia e Spagna)?
Sono tutte ipotesi, e mancano certezze per il futuro, soprattutto interventi immediati per rilanciare lo sviluppo e la competitività italiana