Guai comunque a sottovalutare gli studi di settore anche sotto il profilo dell'accertamento vero e proprio. Nel periodo d'imposta 2010 degli oltre 219 mila controlli effettuati nei confronti delle imprese di piccole e medie dimensioni e dei lavoratori autonomi, oltre 30 mila sono stati effettuati nei confronti di soggetti non congrui alle risultanze di Gerico. Dal punto di vista qualitativo, recita la relazione, alla diminuzione del numero degli accertamenti da studi di settore si contrappone un incremento della maggiore imposta accertata media che è cresciuta del 12 per cento nell'anno 2010 rispetto al periodo d'imposta precedente. Oggi, un accertamento effettuato su un contribuente non congruo frutta all'erario mediamente oltre 14 mila euro di maggiore imposta accertata media contro i 12 mila del 2009.
Gli studi di settore, secondo quanto si legge nella relazione del gruppo di lavoro sull'economia sommersa, «...non vanno solo interpretati, tanto meno utilizzati, come strumento di natura meccanicistica per individuare i soli contribuenti da accertare rispetto all'intera platea, ma anche come un prezioso patrimonio informativo da cui estrarre utili risultanze per supportare l'attività di contrasto sull'enorme platea dei soggetti di minori dimensioni».
E' la conferma del fatto che il particolare strumento di contrasto all'evasione delle piccole imprese dei lavoratori autonomi ha cambiato pelle. Nel 2010 e nel futuro prossimo gli studi di settore sono stati e saranno utilizzati sempre meno come strumento di accertamento in sé e sempre più come metodologia di indagine e selezione del rischio.
Le risultanze degli studi di settore sia in termini di analisi di congruità dei ricavi/compensi dichiarati che di coerenza degli indicatori economici, consentono di poter effettuare analisi di rischio specifiche e rappresentano, di fatto, un efficace strumento di orientamento ai fini dell'individuazione delle posizioni soggettive da sottoporre a controllo.
Ciò detto torniamo al resoconto dei controlli 2010. Nella relazione si evidenzia con chiarezza come gli oltre 30 mila controlli effettuati nei confronti dei soggetti non congrui alle risultanze di Gerico siano stati corroborati anche da ulteriori elementi ed indizi di evasione reperiti soprattutto durante la fase istruttoria, propedeutica all'accertamento vero e proprio. Tali elementi, anche al fine di favorire percorsi di definizione e adesione del contribuente, sono stati esplicitati e resi noti allo stesso già nell'invito al contraddittorio preventivo obbligatorio in materia di studi di settore.
Ma nel 2010 gli studi di settore e più in generale le attività compiute nei confronti dei soggetti ai quali gli stessi si applicano, non si sono limitate all'emissione degli avvisi di accertamento sopra ricordati. In questo particolare ambito si sono effettuati anche: controlli mirati sulla veridicità dei dati dichiarati nei modelli dal contribuente attraverso appositi accessi nei locali dove il contribuente svolge la sua attività; ricostruzione dei ricavi o compensi dichiarati dai contribuenti c.d. «appiattiti» alle risultanze degli studi di settore ed infine si sono effettuate verifiche approfondite nei confronti dei soggetti che pur essendo congrui alle risultanze degli studi sono risultati oggetto di comunicazioni di anomalia inerenti i dati dichiarati.
Chi pensava che l'era degli studi di settore fosse al capolinea lasciando campo aperto all'irruenza del nuovo redditometro, è dunque servito.