
Un adempimento che poteva essere da una parte efficace per la pubblica amministrazione, dall'altra poco oneroso sia per gli operatori che per le aziende (come peraltro prescrive la legge), stava diventando un problema per tutti.
Per fortuna non sarà così grazie alla nostra caparbietà nel richiedere all'Agenzia delle entrate, finanche di persona, quelle modifiche e quelle semplificazioni necessarie a poter portare il tutto a compimento. Quello che rende increduli è la scarsa reattività di fronte alle osservazioni fatte dai nostri tecnici, già da alcuni mesi.
Ci sembra spesso di predicare nel deserto, che ogni nostro sforzo non serva proprio a nulla.
Sono anni che Assosoftware lo dice e continuo a ribadirlo: la politica prende le sue decisioni, i tecnici poi le attuano. Le nostre aziende hanno interesse che quello che viene fatto funzioni davvero, non solo per spirito patriottico, ma anche perché siamo convinti non possano coesistere interessi particolari quando vanno a discapito della collettività. Ci sono talmente tanti spazi per lavorare bene e con efficacia a beneficio di tutti, che alle software house non servono assolutamente adempimenti inutili o poco efficaci. La trasparenza del nostro settore e la professionalità che ha consentito in questi anni successi come le dichiarazioni telematiche, la mensilizzazione dei flussi retributivi, l'avvio del Sistri, è di grande supporto alla pubblica amministrazione, al pari ed ancora di più, se possibile, di quella di altre associazioni di categoria.
Se non altro perché spinti da una passione che l'informatica, come pochi altri mestieri, è in grado di generare.
Mi auguro che ciò che è accaduto in questo caso non si ripeta anche per il nuovo redditometro e che la mania di segretezza, unita alla poca trasparenza, non faccia percepire ai cittadini questo strumento cardine per un fisco giusto come un accanimento inutile e portatore di ulteriori complicazioni. Non c'è evoluzione ne innovazione se non si trae nessun beneficio dagli errori commessi, in buona fede o non.