
Ma i dati su cui la comunità bilancistica si interrogava erano altri: gli errori delle istanze e i doppi depositi (ossa l'uso simultaneo di XBRL e PDF/A). L'immediata elaborabilità che caratterizza il formato XBRL, e siamo a discutere della prima questione, consente di evidenziare in tempo reale i problemi di quadratura e di coerenza dei dati contabili: grazie alla maggiore conoscenza della tecnologia da parte degli operatori e alle migliorie della nuova tassonomia, la release 1.10 ufficializzata in Gazzetta lo scorso 25 marzo 2011, i bilanci delle imprese italiane risultano ora sostanzialmente privi di errori macroscopici (la loro frequenza, lo scorso anno pari all'1,5%, tende adesso allo zero).
Successo anche per il tentativo, fulcro delle modifiche introdotte da XBRL Italia ad i-nizio 2011, di aggirare il problema della rigidità del vocabolario dei concetti impiegabili per codificare i prospetti contabili: si è infatti ridotto ad un terzo il numero dei depositi contraddistinti dalla presenza dei prospetti contabili sia in XBRL che in PDF/A. Probabile segno che l'introduzione di una pur limitata flessibilità, attraverso lo strumento (non elegante ma funzionale) delle footnote, ha colto nel segno.
Il consolidato successo del nuovo linguaggio dei bilanci, che rende disponibile al Paese (attraverso il Registro delle Imprese) una banca dati aggiornata dei bilanci delle società di capitali italiane finalmente elaborabile ed affidabile, ripropone con urgenza una nuova sfida: la codifica in XBRL dell'intero bilancio d'esercizio, ossia della nota integrativa (ora depositata attraverso il “vecchio” PDF/A). XBRL Italia ha già realizzato un prototipo di tassonomia, relativa al bilancio d'esercizio civilistico in forma ordinaria delle aziende industriali e commerciali, che dovrebbe essere sottoposta ad una prima fase di sperimentazione proprio entro la fine dell'anno 2011.