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Addizionali Irpef, corsa al rialzo

del 07/06/2011
di: di Matteo Barbero
Addizionali Irpef, corsa al rialzo
Si apre oggi e si chiuderà (salvo ulteriori proroghe) il prossimo 30 giugno la finestra temporale per intervenire sull'addizionale comunale Irpef.

Come noto, tutto nasce con il dlgs 23/2011 in materia di federalismo fiscale municipale, che ha previsto la graduale cessazione della sospensione del potere dei comuni di istituire o di aumentare la predetta addizionale, rimuovendo il blocco introdotto da Giulio Tremonti con il dl 93/2008 e confermato, da ultimo, dall'art. 1, comma 123, della legge 220/2010.

Tuttavia, l'articolo 5 del decreto attuativo del federalismo ha subordinato lo sblocco delle addizionali a un regolamento che il Governo avrebbe dovuto adottare entro il 6 giugno scorso. Tale provvedimento, come peraltro era ampiamente previsto, non ha mai visto la luce, rendendo così applicabile la disciplina supplettiva recata dal medesimo art. 5.

Essa stabilisce che l'addizionale Irpef possa comunque essere manovrata dai comuni che non l'hanno ancora istituita, ovvero che applichino un'aliquota inferiore allo 0,4%. Tale livello rappresenta il tetto massimo per i primi due anni, fermo restando che gli aumenti annui non potranno essere superiori allo 0,2%.

Complessivamente, la vicenda interessa circa 3.500 comuni, per i quali, da oggi, l'addizionale Irpef ritorna quindi a essere una fonte di entrata parzialmente utilizzabile.

La competenza, in materia, spetta ai consigli comunali, i quali dovranno deliberare un apposito regolamento ex art. 52 del dlgs 446/1997, che sarà efficace dalla data di pubblicazione nel sito informatico www.finanze.gov.it. Così dispone l'art. 1, comma 3, del dlgs 360/1998, come modificato dall'art. 1, comma 142, della legge 296/2006.

In base alla consolidata interpretazione di tale disciplina, le deliberazioni in materia di addizionale comunale Irpef (così come tutte quelle concernenti le entrate degli enti locali) devono necessariamente precedere l'approvazione del bilancio di previsione.

Di conseguenza, salvo ulteriori proroghe, chi potrà e vorrà mettere mano a tale tributo dovrà procedere entro il prossimo 30 giugno, termine ultimo per il varo del preventivo 2011 fissato dal dm dello scorso 16 marzo. Ciò vale anche per quei comuni che, nelle scorse settimane, ne hanno già deciso l'istituzione ovvero l'aumento. Come chiarito dal dipartimento delle finanze con la risoluzione n. 1 dello scorso 2 maggio, infatti, (si veda ItaliaOggi del 3 maggio 2011) le deliberazioni adottate prima del 7 giugno sono da considerarsi inefficaci. Anche in tali casi, pertanto, sarà necessario, a partire da oggi ed entro la fine del mese, procedere con l'adozione di una nuova deliberazione seguendo l'iter sopra descritto (passaggio in consiglio comunale e pubblicazione informatica).

Chi ha già approvato il preventivo senza tenere conto del ritocco dell'addizionale Irpef dovrà anche modificare il bilancio appostandovi la relativa (maggiore) entrata e riconsiderando la previsione delle spese.

Sul punto, tuttavia, la predetta risoluzione delle Finanze considera sufficiente una semplice variazione del bilancio già approvato, senza che sia necessario procedere alla riapprovazione integrale di un nuovo preventivo.

Si tratta di un orientamento più favorevole di quello fatto proprio dalla sezione regionale di controllo della Corte di conti per la Lombardia (deliberazione n. 205/2011/PAR), che viceversa aveva sposato la tesi della necessaria riapprovazione integrale del preventivo, che avrebbe imposto ai comuni interessati una faticosa duplicazione di tutti i connessi adempimenti procedurali.

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