
L'accordo
A esito di una ampia e approfondita discussione terminata a notte fonda», recita la nota del ministero, «il ministro della giustizia, i rappresentanti del Cnf e i presidenti degli ordini e delle Unioni regionali che hanno accolto l'invito a partecipare all'incontro, si è convenuto di introdurre l'assistenza necessaria degli avvocati nei procedimenti di conciliazione obbligatoria e di costituire una cabina di regia permanente tra il ministro e l'avvocatura per risolvere il problema urgente dello riduzione dell'arretrato civile, con il coinvolgimento dell'avvocatura nella giurisdizione, la promozione della negoziazione assistita affidata ai difensori, la introduzione di limiti per valore alla conciliazione obbligatoria o, in alternativa, la fissazione di tariffe graduate». Massima la soddisfazione dei presenti all'incontro, a partire dal Cnf. «Esprimiamo apprezzamento per l'iniziativa del ministro di riaprire il confronto con l'avvocatura», afferma il presidente, Guido Alpa, «obiettivo condiviso, infatti, è quello di dare risposte ragionate al problema dell'efficienza del servizio giustizia». «L'incontro di ieri sera», commenta invece Paolo Giuggioli, presidente dell'ordine di Milano, «ha segnato un punto importantissimo per la riapertura del dialogo tra il ministero della giustizia e il mondo forense, consentendo di porre sul tavolo le questioni più delicate e urgenti riguardanti l'avvocatura e la giustizia e di definire un piano d'azione che i partecipanti si sono impegnati a condurre a termine». Secondo il presidente dell'ordine di Palermo, Enrico Sanseverino, «la cosa positiva è la ripresa di un dialogo costruttivo con il ministero. Non è più tempo di avviare forme di lotta, ma da qui in avanti deve prevalere la volontà di costruire insieme». Il consigliere segretario dell'ordine di Roma, Rodolfo Murra, attacca affermando che con quest'incontro «si è scritta definitivamente la parola fine su una rappresentanza politico-forense che in molti anni di attività ha solo dato vita a proteste inutili non raggiungendo mai alcun risultato concreto». Piena soddisfazione anche da parte del presidente dell'ordine di Venezia, Daniele Grasso.
Le proteste degli esclusi.
Per il presidente dell'Organismo unitario dell'avvocatura, Maurizio de Tilla, con l'incontro di ieri «si è tradito il voto del Congresso nazionale forense di Genova che prevede perentoriamente l'eliminazione dell'obbligatorietà della mediaconciliazione, l'introduzione della necessità dell'assistenza dell'avvocato in tutte le controversie, l'assenza totale di ricaduta della procedura di mediazione sul successivo giudizio da incardinare davanti al giudice». Secondo il presidente dell'Aiga, Giuseppe Sileci, «la convocazione ha riproposto con forza il problema della rappresentanza dell'avvocatura. Fra i partecipanti, infatti, c'erano solo i rappresentanti istituzionali dell'avvocatura che esprimono la voce unicamente delle loro realtà territoriali». Duro anche il commento di Ester Perifano, segretario generale dell'Anf: «fare una chiacchierata a notte fonda con tre o quattro presidenti di ordine non significa certo riaprire il dialogo con l'avvocatura».